Non vi è nulla di più fugace che il cibo ... ma nella memoria il suo ricordo rimarrà immortale ...


giovedì 31 dicembre 2015

E' ANCORA UNA VOLTA SAN SILVESTRO ....

“Sii sempre in guerra con i tuoi vizi, in pace con i tuoi vicini, e lascia che ogni nuovo anno ti trovi un uomo migliore.”
Benjamin Franklin
E' ancora una volta la fine di un anno ..... ne ho già viste 51 e non mi stancherò mai di vederne .... 
Come ogni 31 dicembre cerco di fare un bilancio degli ultimi dodici mesi trascorsi e, come ogni anno, ho talmente tanto di cui essere soddisfatta, che diventa inutile elencare.
Ogni istante della mia vita mi è stato utile, perchè ognuno di quegli attimi, è stato vissuto intensamente ....
Anche quei momenti di apatia, di oscurità, di fermo immagine che mi sono serviti sempre per riscrivere il mio percorso su nuovi sentieri.

Anche quest'anno mi ha portato nuovi incontri, di passaggio o stabili .... ed è stato un continuo scambio energetico che, con i suoi fili di seta luminosi, hanno intrecciato la mia vita con la loro ...

Anche quest'anno ha segnato profondamente la mia quotidianità con cambiamenti piccoli e grandi .... nel profondo del mio cuore e della mia anima, tra le mura di casa e nel cuore della famiglia che si è allargata e ho fatto spazio per un nuovo figlio che è mio genero e farò un nuovo spazio per un altro nipote che arriverà a giugno del nuovo anno ....
Il matrimonio di mia figlia ha segnato l'inizio di una mia importante evoluzione professionale e il nuovo arrivato sarà motivo di altre evoluzioni emotive e professionali e di nuove sfide per tutti ....

Ma la cosa importante è che non mi fermo, che proseguo nel mare della mia vita, al timone della mia nave che voglio risplenda sempre della luminosità scintillante delle anime che la riempiono di amore...
Siate le benvenute ...... scintillanti o timide .... proprompenti o discrete .... siete invitate nella mia piccola cucina naturale dove non mancherà mai il profumo di un pane fragrante o di una torta profumata all'arancia perchè, sono convinta, che una vita non è completa se non sa un po' di cannella & vaniglia e, cucinare, per me, continuerà a essere un mezzo importante per trasformare la vita di ognuno :)

Auguro a tutti voi che mi seguite, un 2016 brillante, carico di lustrini dorati e la voglia di vivere questo 2016 dall'alto di un tacco 15 !!!!!
 E adesso ..... scusate ma sono di corsa ..... mi aspetta un "cenone" di Capodanno con una "carrellata" di frivolezze a tema 
"Toast & Co."

Croque Monsieur 
American Toast 
Pain Perdu al Cioccolato & Mirtilli
Il tutto accompagnato da un buon bicchiere 
di sidro artigianale caldo & speziato 

Per me non c'è modo migliore per finire l'anno in bellezza !!!!

martedì 29 dicembre 2015

UN CAVOLO DA RICETTA ....

Cavolo. Ortaggio familiare ai nostri orti e alle nostre cucine, grosso e saggio all'incirca quanto la testa di un uomo.

Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911

Stranamente, in una cucina vegetale, la difficoltà maggiore che si riscontra è proprio quella relativa ai “contorni” che,  frequentemente, si ripropongono in modo ripetitivo e noioso.

Ci vuole, invece, davvero poco per esaltare questi ingredienti meravigliosi, che rendono la cucina naturale ricca e fantasiosa.


Oggi parliamo del cavolo nero, foglie verdi tipiche della cucina toscana e che, fortunatamente, adesso sono facilmente reperibili su tutti i mercati.



Come tutte le verdure appartenenti alla famiglia delle Brassicacee o Crucifere, il cavolo nero o cavolo toscano contiene una notevole quantità di Glucosinolati, precursori noti degli isotiocianati, sostanze utili per il nostro benessere e definite tra quelle anti-cancro per la loro capacità di eliminare potenziali agenti cancerogeni dall’organismo, ridurre i danni al DNA e favorire l’apoptosi (auto-distruzione) delle cellule cancerose.

Gli studi scientifici, sono focalizzati soprattutto verso i tumori del colon e del seno, ma è risaputo che, una dieta ricca di queste sostanze, contribuisce a ridurre il rischio di cancro ovarico, alla prostata e alla vescica.


Oltre alle caratteristiche anticancerogene, sembra che il loro consumo riveli un notevole beneficio nei casi di sclerosi multipla, dove il cavolo nero ha avuto effetti neuro protettivi, e gli studi proseguono in questa direzione.



Il cavolo nero è, comunque, una delle verdure tra le più ricche di antiossidanti, sostanze che distruggono i radicali liberi, molecole instabili che possono causare danni al nostro organismo, a livello cellulare, restando implicati in vari problemi di salute come asma, diabete, malattie cardiache, trombosi e altre malattie degenerative.



Risulta ricco anche di carotenoidi, utili per proteggere la salute degli occhi, delle mucose in generale e della pelle e di vitamine B nonché sali minerali importanti quali calcio, ferro, rame, fosforo, potassio e manganese.



A causa dell’alto contenuto di vitamina K, il consumo dei cavoli è sconsigliato in soggetti che facciamo uso di anticoagulanti.



Si raccoglie soprattutto durante i mesi invernali, da novembre fino a marzo e, come per altre verdure della sua famiglia, il gelo ne migliora le qualità organolettiche.

Il colore tipico è di un verde scuro brillante, tendente al blu e si presenta con foglie più o meno lunghe ma croccanti.

E’ una verdura facilmente deperibile se non conservata con cura, meglio utilizzarlo velocemente oppure conservarlo in frigorifero, avvolto in un canovaccio umido per mantenerne la vitalità.


E’ necessario lavarlo accuratamente sotto acqua corrente, per rimuovere la terra e, se si presentasse particolarmente sporco, meglio immergerlo in abbondante acqua leggermente salata per un quarto d’ora circa.

Poco prima della cottura si rimuovono dalle foglie le parti più dure degli steli e, generalmente, si scotta per qualche minuto, in modo tale da ammorbidirlo.


Se le foglie sono piccole e giovani, si può consumare crudo in insalata altrimenti, una volta scottato, si può ripassare in padella con aglio o cipolla e un filo di olio: ottimo l’abbinamento con peperoncino.


Per eliminare l’effetto dell’acido ossalico, servirlo sempre con una spruzzata di limone o altro ingrediente contenente vitamina C.

Qualche foglia può essere aggiunta anche a succhi ottenuti con l’estrattore: se ne guadagna in vitamina C che, altrimenti, verrebbe per la maggior parte dispersa durante la cottura.

In Giappone il suo succo è una bevanda molto popolare.

La ricetta di oggi è semplice, veloce ma gustosa.
Il cavolo nero, così cucinato, può essere servito come contorno o come condimento per una succulenta bruschetta .... bello, buono e salutare .... non ci si può aspettare di più da una ricetta del cavolo :)

CAVOLO NERO ALLA SENAPE
500 g di cavolo nero, mondato e lavato
2 spicchi di aglio
1 scalogno
2 cetriolini in agrodolce
1 Cucchiaio di giardiniera di verdure
1 C di senape in crema
1 Cucchiaio di bacche di Goji
2 Cucchiai di olio evo
1 cucchiaio di prezzemolo fresco tritato grossolanamente
sale & pepe q.b.
  1. Portare a bollore abbondante acqua leggermente salata, scottarvi le foglie del cavolo per pochi minuti, il tempo che si ammorbidiscano leggermente, poi scolarle e metterle da parte.
  2. In un tegame, scaldare l'olio, aggiungere l'aglio affettato sottilmente dopo averlo privato del germoglio interno, e lo scalogno mondato e affettato sottilmente.
  3. Unire un pizzico di sale e lasciare dorare il soffritto, aggiungendo un paio di cucchiai di acqua.
  4. Aggiungere la senape e le verdure fermentate, tritate finemente, poi versare il cavolo tagliato grossolanamente e le bacche di goji, regolare di sapore a piacere, mescolare accuratamente, coprire e lasciare cuocere 5 minuti a fuoco medio basso, allungando il composto con qualche cucchiaio di acqua, se necessario.
  5. Servire caldo dopo aver condito con il prezzemolo.

lunedì 28 dicembre 2015

L'INVERNO ... IL TEMPO DELLA CASA ...



L’inverno è il tempo del conforto, del buon cibo, del tocco di una mano amica e di una chiacchierata accanto al fuoco: è il tempo della casa.
(Edith Sitwell)
Il tramonto è precoce e la mattina tarda ad arrivare, così come la voglia di alzarsi dal letto caldo nella nostra camera.

Attraverso i vetri si stagliano le silhouette degli alberi nudi, spogliati delle loro foglie colorate, dai venti autunnali…. 
... È arrivato l’inverno …


L’antica tradizione cinese, attribuisce una grande importanza al solstizio d’inverno, poiché si tratta di un passaggio di grande trasformazione naturale tra yin e yang, un punto di connessione tra le due energie: dopo questo evento, la forza dello yin diminuisce permettendo di aumentare quella dello yang.


E’ il giorno in cui l’emisfero settentrionale ha la notte più lunga e il giorno più corto di tutto l’anno.

Dopo il solstizio d’inverno, il giorno aumenterà le sue ore di luce e le costituzioni più “deboli e delicate” potranno rinvigorirsi, preparandosi all’arrivo della primavera.


In inverno prevale l’energia acqua.

E’ il periodo del riposo vegetativo, il momento in cui la forza vitale scava nella profondità della terra, rifornendo le piante di energia in modo tale che, all’arrivo della primavera, possa irrompere con nuove rigogliose crescite.


Per l’uomo è lo stesso …. È un momento di riflessione e di raccoglimento, un periodo in cui non disperdere energie ma accumularne, con il giusto riposo e l’attenzione rivolta all’aspetto sociale, familiare e con una modalità di cucinare che predilige cotture lunghe, adatte a concentrare la forza nelle pietanze che possiamo gustare al caldo delle nostre case.

Avremo modo di concentrarci su nuovi progetti a cui daremo vita entro pochi mesi.


Il colore dell’elemento acqua, è il nero e il suo sapore è il salato …. Di conseguenza, gli organi più ricettivi di questo periodo, sono vescica e reni.

Per stabilire lo stato di energia di questi due organi, possiamo porre attenzione al loro “orologio biologico”:

Dalle 15.00 alle 17.00 l’energia si concentra al culmine sulla vescica, mentre dalle 17,00 alle 19,00 si sposta sui reni: se, durante questo lasso di tempo, si notano stanchezza e desiderio di un pisolino, significa che i relativi organi sono scarsi di energia; quando funzionano bene e sono in salute, si percepisce sempre buona energia e non stanchezza.


In cucina possiamo focalizzarci sugli ingredienti che aiutano a rafforzare questi due organi e, comunque, a fornire maggiormente energia per la stagione invernale:

Cereali: Grano saraceno, orzo, Riso Venere (nero)

Verdure di terra: Bardana, barbabietole, cavolini di Bruxelles, cavolfiore, sedano rapa, sedano, topinambur, porri, pastinaca, patate dolci, rape, cicoria, cima di rapa, cavolo nero e riccio, finocchi,

Verdure di mare: arame, dulse, hijiki, nori, wakame, kombu

Frutta: mele, castagne, mirtilli rossi, datteri, pompelmo, arance, pomelo, melograno, kiwi, noci, zucca,

Legumi: azuki, fagioli e lenticchie nere, soia nera

Condimenti:  tamari, miso, tekka, gomasio, umeboshi, insalatini fermentati, crauti, semi di sesamo nero.

In particolare, gli azuki rossi, sono legumi preziosi per gli organi legati all'energia acqua,  sono ricchi di proteine, calcio, tiamina, niacina, fosforo, ferro, riboflavina, e diversi folati.

Un eccellente rimedio per rafforzare vescica, reni e surrenali è il


TE' DI AZUKI

200 g di fagioli azuki
5 cm. Di alga kombu
¼ di c di sale fino
1,5 lt. Di acqua

  1. Lasciare in ammollo per una notte, in acqua fredda, 200 g di fagioli azuki.
  2. Scolare e versare i fagioli in una pentola, con il litro di acqua, il sale e l’alga.
  3. Portare a bollore, abbassare la fiamma e lasciare sobbollire, coperto, per 50 minuti circa o, fino a quando, i fagioli saranno morbidi.
  4. Scolare i fagioli (che potranno essere utilizzati per altre ricette), raccogliendo il brodo di cottura in una bottiglia.
  5. Bere una tazza di questa bevanda, calda o a temperatura ambiente, preferibilmente nell’arco tra le 17,00 e le 19,00, quotidianamente, per una settimana oppure ogni tre giorni, per tre settimane.
  6. E’ un rimedio piuttosto yang; per renderlo più “delicato” si può dolcificare con malto di riso o di orzo, oppure diluire con acqua, se risultasse troppo denso.
In caso di calcoli renali, è possibile aggiungere a questo rimedio, un cucchiaio di daikon fresco grattugiato: sobbollire il tutto per un paio di minuti, poi bere consumando anche la radice.

Per rimuovere accumuli di muco nei reni o nelle vie urinarie, aggiungere un pezzetto di radice di loto grattugiata fresca oppure un pizzico di quella essiccata.

In generale, questa bevanda, oltre che rafforzare reni e vescica, aiuta a regolarizzare il movimento intestinale, porta benefici alle articolazioni ed è un valido rimedio contro le orticarie.

Rivitalizzando il meridiano dei reni e delle vie urinarie, rafforziamo la nostra capacità di procreare fisicamente ma anche spiritualmente riflettendosi sulla sfera emotiva e creativa.

La debolezza di questi organi e dei relativi meridiani, si manifesta con sentimenti di paura, ansia, inadeguatezza e non ci permette di affrontare con chiarezza la scelta di direzione della nostra vita.

Un’energia reni equilibrata rendono la persona sicura, positiva, in grado di lasciarsi alle spalle il passato, vivere il presente e affrontare con coraggio il futuro.


domenica 27 dicembre 2015

ERBE STRAGINATE ... AMORE A PRIMO ASSAGGIO ...



"L'amore è un'erba spontanea, non una pianta da giardino"
Ippolito Nievo
Poter trovare erbe di campo anche rimanendo in "città" è un vero piacere .... è così che ho approfittato immediatamente della confezione che vendono presso il supermercato Esselunga, per cucinare una ricetta tipica dell'anconetano, che mangiavo da ragazza a casa della Felicetta, mamma del mio "fidanzatino" di allora .... una vera bontà ..... In questo modo mi aveva insegnato ad apprezzare anche la catalogna, la tanto odiata erbaccia amara, che mia madre mi obbligava a trangugiare nonostante i miei "capricci".
Il Conero possiede uno dei più ricchi patrimoni botanici d'Italia; in quella zona, la misticanza di erbe selvatiche che, un tempo, veniva portata in città dalle contadine del Conero per essere venduta sui mercati della città, viene chiamata "cucina"
Se non trovate le erbe di campo, la ricetta sarà perfetta anche con un misto di catalogna, bietole e cime di rapa.
Può essere arricchita anche con una bella manciata di olive verdi :)

ERBE "STRAGINATE"

300 g di erbe di campo miste 
(bietola, aspraggine, rapastrello, crauto rosso, borragine) 
2 patate medie
2 spicchi di aglio
1 cipolla media
peperoncino q.b.
sale fino q.b.
2 Cucchiai di olio extravergine di oliva 
  1. Lessare le patate finché saranno morbide, poi scolarle e sbucciarle; mettere da parte.
  2. Nel frattempo, scottare le verdure in acqua bollente, leggermente salata, scolarle, tritarle grossolanamente e mettere da parte.
  3. In un tegame, scaldare l'olio, aggiungere la cipolla mondata e affettata sottilmente a mezzaluna, l'aglio sbucciato, privato del germoglio interno e affettato sottilmente, con un pizzico di sale e peperoncino a piacere.
  4. Rosolare fino a quando il soffritto sarà dorato, poi aggiungere le patate e schiacciarle con una forchetta, in modo grossolano, lasciarle insaporire un paio di minuti e unire le erbe lessate.
  5. Regolare di sale a piacere e lasciare rosolare le verdure per qualche minuto, a fuoco vivace, aggiungendo eventualmente, qualche cucchiaio di acqua di cottura, se necessario, per ottenere un composto amalgamato e morbido.
  6. Servire caldo con fette di pane casereccio, bruschettato (senza glutine in caso di problemi legati allo stesso)

domenica 6 dicembre 2015

PROFUMI DI NATALE: PANDIZENZERO ...



Il Pandizenzero è una tipica ricetta diffusasi in tutta Europa da secoli.
E' uno dei dolci che più simboleggia il Natale dei Paesi del Nord, con le sue molteplici forme e consistenze, dai biscotti alle casette alle caramelle ....

Lo si realizza con torte delicatamente speziate, biscotti sottili e croccanti, in altri casi ancora, con biscottoni alti e morbidi, simili a tortine.

Nell'inghilterra medievale significava “zenzero conservato” derivante dalla parola in vecchio francese gingebras e derivante, a sua volta, dal nome latino della spezia “zingebar” che non venne utilizzata per confezionare dolci, fino al XV secolo quando si cominciarono a cuocere delle torte fatte con melassa e aromatizzate con lo zingebar, che si scoprì, avere un potere conservante, quando aggiunto a pani e dolci.

La ricetta di oggi è un pandizenzero morbido e versatile
Può essere consumato a colazione, a merenda, oppure tostato e accompagnato con salse e creme come dessert di fine pranzo di Natale.
Qui potete trovare una versione di Gingerman :)

GINGERBREAD

1/4 di T di olio di girasole
1/2 T di sciroppo d'acero
1/4 di T di Gulamerah (zucchero di cocco)
opp. di malto di riso
3 C di malto di riso integrale o melassa
3/4 di T di latte di soia naturale o alla vaniglia
1 c di aceto di mele
1 c raso di vaniglia in polvere o 2 di estratto 
60 g di cioccolato fondente, min. al 72%
opp. di uvetta
1 e 3/4 di T di farina semintegrale
1 c di bicarbonato 
1 c di lievito in polvere per dolci, naturale
2 c colmi di zenzero in polvere
2 c di cannella macinata
1/2 c di pimento (Pepe di Giamaica) 
opp. di chiodi garofano macinati
1/2 c di sale fino
  1. Scaldare il forno a 175° e ungere e infarinare leggermente, uno stampo da plumcake.
  2. Versare in una ciotola gli ingredienti asciutti e miscelare in una brocca, quelli liquidi.
  3. Mescolando con una frusta, aggiungere i liquidi nella ciotola della farina, fino a ottenre un composto cremoso e omogeneo.
  4. versare l'impasto nello stampo preparato e infornare per 40 minuti circa o fino a quando, inserendo al centro uno spiedino di legno, ne uscirà asciutto.
  5. Se dovesse scurirsi troppo prima del termine della cottura, coprire con un foglio di alluminio e proseguire per il tempo necessario, abbassando al temperatura a 160°.
  6. Lasciare raffreddare su una griglia, prima di servire.