Non vi è nulla di più fugace che il cibo ... ma nella memoria il suo ricordo rimarrà immortale ...


lunedì 28 febbraio 2011

PASTA COI CAVOLFIORI (PASTA CU’ CAVULICIURI)

Eccoci con un'altra gustosa pastasciutta tipica delle nostre regioni del sud.....questa variazione sembra sia di origine messinese ed è un altro piatto forte di casa nostra anche se siamo "del nord" :))
1 kg. di cavolfiore bianco a cimette (più il gambi a tocchetti :D)

320 gr. di conchiglie rigate integrali

2-3 spicchi di aglio

un pizzico a piacere di peperocino

2-3 filetti di acciuga o un pizzico di alga nori se non si consuma pesce
, sale e pepe q..b. , 4-5 C di olio extravergine di oliva
  1. Portare a bollore una casseruola con abbondante acqua. Salare leggermente, poi sbollentare il cavolfiore scolandolo con una schiumarola quando sarà morbido ma ancora al dente. Mettere da parte.
  2. Nella stessa acqua di cottura, regolare di sale poi fare lessare la pasta al dente, tenendo conto che dovrà saltare nel condimento per un paio di minuti.
  3. Nel frattempo versare in un tegame capiente l'olio, il peperoncino, le acciughe (se usate), un pizzico di sale e l'aglio privato del germoglio interno ed affettato sottilmente.
  4. Lasciare rosolare finché diventerà leggermente dorato, poi unire il cavolfiore spezzettato, schiacciandone una parte con la forchetta in modo grossolano.
  5. Regolare di sale e pepe e cuocere per 6-7 minuti.
  6. Scolare la pasta conservando una tazzina di acqua di cottura e versarla nel condimento con il cavolfiore mescolando con un cucchiaio di legno fino a mantecare gli ingredienti (se usata la nori va aggiunta in questo momento).
  7. Lasciare insaporire 2- 3 minuti aggiungendo acqua di cottura se necessario.
  8. Servire caldo spolverando a piacere con "grana vegan".
  9. Sentirete che "squisitezzaaaa" !!!

NON SOLO PER SUSHI


Tempo fa ho postato la ricetta dei sushi il cui ingrediente principale necessario era l'alga nori. Oggi voglio parlarvi in maniera più specifica di questo prezioso alimento. Le alghe hanno costituito una preziosa riserva nutritiva per l'uomo dall'antichità fino ad arrivare ai nostri giorni; anche in Italia, soprattutto nelle isole, si trovano ricette che le contengono. Per la maggior parte di noi, però, restano solo quelle fastidiose erbacce viscide che invadono qualche volta i nostri mari d'estate :))
Invece il consumo costante delle alghe nell'alimentazione naturale fornisce una quantità notevole di sali minerali e sostanze nutritive utili per il nostro benessere fisico.
L'alga NORI
(o lattuga di mare in occidente) è forse quella dal sapore più delicato, acquisito anche dalla tipologia di acque dove cresce: insenature riparate e vicino alle coste, dove l'acqua salata è mitigata dal miscelarsi con quella dei fiumi.
Ricca di proteine, vitamina A in particolare (quanto le carote), ma anche C e B1 è un alimento che aiuta a ridurre il colesterolo nel sangue contribuendo a sciogliere ed eliminare gli accumuli di grasso soprattutto in caso di eccessivi consumi di latticini e zuccheri. Un vezzo: l'uso quotidiano rallenta l'ingrigirsi dei capelli ....
Agli acquisti si presenta sotto forma di fogli quadrati (da preferire quelli già tostati altrimenti dovrete farlo voi passando la parte più lucida sulla fiamma del fornello), adatti alla preparazione dei sushi ma anche per essere spezzettati ed utilizzati per condire la zuppa al momento di servirla, oppure in fiocchi, pronti per condire i nostri piatti....le ricette sono decine e, ogni tanto, ne posterò qualcuna
Un'ultima cosa... tagliate striscioline dai fogli tostati, da utilizzarsi in caso di tagli e ferite: si applicano bagnandole con la propria saliva (e non fate la faccia schifata :D) che la farà aderire alla pelle trasferendo anche i nostri enzimi naturali ......lasciatela (sostituendola a necessità) lavorare sulla ferita che, nel giro di poco, rimarginerà in modo sorprendente!!!!

sabato 26 febbraio 2011

LA CONSEGUENZA DELL'AMASAKE


Una delle prime ricette che ho postato riguardava la preparazione dell'amasake in casa......oggi vi passo una ricettina semplice semplice e di recupero, per riciclare la parte che viene scartata dal setacciamento dell'amasake. E' composta dalla crusca del cereale utilzzato che, se è il riso, risulta un dolcetto adatto anche a chi è intollerante o allergico al glutine:

PICCOLI PANCAKES DI CRUSCA

150 gr. di impasto alla crusca di cereale rimasto dalla preparazione dell'amasake
1 C raso di farina di riso
un pizzico di sale
  1. Mescolare gli ingredienti e lasciare riposare per un'ora in ambiente tiepido.
  2. Ungere leggermente una padella per le crépes, poi versare a cucchiaiate il composto di crusca.
  3. Con una paletta umida schiacciarlo leggermente ad uno spessore di 4 mm. circa.Lasciare cuocere a fuoco basso finché si arrostisce delicatamente, poi girare e fare dorare anche dall'altro lato.
  4. Servire come base accompagnandoli con marmellata o creme a piacere.
  5. Ottimi per la colazione :)

venerdì 25 febbraio 2011

DOMENICA E' DI BRUNCH

Domenica 27 febbraio sarò al ristorante della Sanagola di Milano per organizzare il brunch e questo è il menù previsto.....levataccia alle 5 di mattina ma è necessario se si vuole che le pietanze siano tutte "fresche di giornata" ed io, in cucina (e non solo), ho le mie "manieee"...:))

mercoledì 23 febbraio 2011

A PROPOSITO DI PROTEINE.....






Una delle prime domande che ti vengono poste parlando di alimentazione vegetariana è: "ma cosa si mangia al posto della carne?"....un sacco di cose è la risposta!
Tralasciando i legumi che sono la proteina alternativa più conosciuta (anche se spesso ce ne ricordiamo solo la notte di Capodanno :D), la natura in collaborazione con l'uomo ci ha fatto dono di altre fonti di proteine: il tofu, il seitan e il tempeh sono tra le più antiche scoperte in sostituzione dei prodotti animali. Oggi presento il tempeh; prodotto di origine Indonesiana, è un derivato dalla soia che di per sé è un legume poco digeribile ma che, una volta fermentata con il processo di preparazione del tempeh, si trasforma in un alimento che perde le caratteristiche negative dell'ingrediente base conservando ed acquisendo proprietà nutrizionali notevoli tali da farlo divenire un prodotto completamente nuovo. ha un alto contenuto di vitamine e fibre, è la più ricca fonte vegetale di B12 (anche se a livello scientifico non è accertato il suo completo assorbimento dall'organismo), altamente digeribile poichè trattasi di alimento fermentato, contiene circa il 19% di proteine, è gustoso (a patto di imparare a sceglierlo sul mercato e cucinarlo a dovere) e rispetta i nostri amici animali :)).....perchè, quindi non provarlo?
Lo possiamo acquistare presso i negozi o supermercati di prodotti di alimentazione naturale e quello fermentato in maniera corretta e quindi più buono, deve presentarsi con una patina bianca che lega i chicchi di soia e deve avere un profumo piacevole.....quelli nella foto a destra li ho preparati in casa e sono di soia gialla, nera e di piselli.....

DADOLATA DI TEMPEH SPEZIATO
1 confezione di tempeh
200 ml di yogurt naturale
100 ml di panna fresca
1 cipolla rossa
1 spicchio di aglio
2 c di semi di cumino
1 c scarso di curcuma
1 c di semi di coriandolo macinati
1 c di zenzero in polvere
½ c di fieno greco macinato
4 bacche di cardamomo
1 chiodi di garofano
3 cm di stecca di cannella
2 foglie di alloro
4 C di olio di oliva
Sale, pepe
200 ml acqua

1. Scaldare l’olio nel wok e aggiungete la curcuma, il cumino, il coriandolo, il fieno greco, il cardamomo, la cannella, lo zenzero e i chiodi di garofano.
2. Fare tostare le spezie per 1 minuto, quindi aggiungere la cipolla rossa e lo spicchio di aglio sbucciati e finemente tritati e le foglie di alloro ben lavate. fare soffriggere a fuoco dolce per 3-4 minuti.
3. Nel frattempo cuocere il tempeh tagliato a dadi al vapore per 10 minuti.
4. Aggiungere nel wok la dadolata di tempeh, regolando di sale e pepe;
5. alzare la fiamma e fare rosolare in modo uniforme per qualche minuto, mescolando in continuazione.
6. Unire l'acqua tiepida e fare cuocere a fuoco medio per altri 15 minuti.
7. Trascorso questo tempo, togliere il coperchio e aggiungere alla preparazione lo yogurt di soia e la panna a temperatura ambiente ed amalgamate fra loro; sobbollire mescolando per insaporire 1 minuto, poi spegnere il fuoco. Lasciare riposare per 5 minuti coperto prima di servire accompagnando con verdure o riso a piacere

domenica 20 febbraio 2011

METTI UNA ZUPPA A CENA...


...ma anche a mezzogiorno se vuoi :)
piatto che ha sfamato e sfama popoli di tutto il mondo e di tutte le epoche e ancora presente in tantissime tradizioni, da noi viene un po' etichettato quale adatto ai bimbi, ai vecchietti o nella convalescenza;
invece si tratta di una portata "principe" dell'alimentazione equilibrata: ricca di sali minerali, proteine e quant'altro, secondo gli ingredienti utilizzati, nella cucina naturale viene consigliata almeno una volta al giorno quale entrée sulla tavola. Una bella zuppa fumante che sia a base di sole verdure o arricchita da legumi e cereali, prepara il nostro stomaco ad una digestione più efficace, visto che l'attività digestiva implica proprio una concentrazione di calore nello stomaco. Il brodo della zuppa aiuta anche ad abbassare la pressione sanguigna troppo alta, rifornisce il nostro organismo di nutrienti preziosi e crea quella sensazione di calore che solo i piatti antichi ci sanno regalare....all'epoca degli antichi romani, erano a base di farine oppure di legumi e cereali in chicchi (il farro antico); nel passato più recente"era il cibo dei poveri sotto forma di minestra in brodo spesso priva di cereali ma dove compariva il pane; da qui il nome zuppa che deriva dal gotico "suppa" ovvero fetta di pane inzuppata; nel medioevo i ricchi usavano spesso al posto dei piatti fette di pane che, ben insaporite dalle pietanze succulente servite durante i banchetti, la servitù riutilizzava per sfamarsi dopo averle bagnate nell'acqua o nel brodo.
In conclusione: che siano brodose, dense, a base di verdure, pesce, cereali o legumi, nazionali o internazionali, impariamo a valorizzare questo piatto scoprendone la versatilità nei sapori, colori, consistenze e profumi......
NB: evitiamo il brodo di carne che non è affatto "leggero" ma un concentrato di acidi urici e sodio :(

Approfitto per postare una zuppa tra quelle che preferisco:

ZUPPA DI ORZO CREMOSA

1 T di orzo decorticato ammollato per qualche ora
1,5 lt. brodo vegetale
2 carote a dadini
1 cipolla media a dadini
una manciata di piselli scottati
2 gambi puliti di broccoletti a dadini
1 C colmo di miso bianco (shiro miso)
sale e pepe q.b.
2 C di olio extravergine d'oliva
1 C di prezzemolo tritato

  1. Scaldare l'olio in una casseruola dal fondo spesso di acciao o di terracotta naturale.
  2. versare la cipolla con un pizzico di sale e lasciare rosolare lentamente finché diventerà traslucida.
  3. unire le carote, i gambi di broccoletti un pizzico di sale e lasciare insaporire per qualche minuto, poi aggiungere l'orzo con un altro pizzico di sale e rosolare per 1 minuto.
  4. Coprire con il brodo vegetale bollente, portare a bollore, abbassare la fiamma a fuoco medio basso, coprire la pentola e lasciare cuocere finché l'orzo sarà ammorbidito e la zuppa risulterà di consistenza morbida ma densa.
  5. regolare di sale e pepe a piacere, poi condire con il miso bianco, aggiungere i piselli scottati e mescolare con cura per amalgamare gli ingredienti.
  6. Spegnere lasciando riposare la zuppa pe rqualche minuto prima di servirla decorando con del prezzemolo.
variazione: mi era avanzata in frigorifero una manciata di broccoletti saltati con aglio e peperoncino e ne ho messo un cucchiao sul fondo della ciotola, ricoprendo successivamente con la zuppa.....una bontà!!!

giovedì 17 febbraio 2011

"SUPPORTIAMOCI"...


Qualche settimana fa, "ravanando" tra le caccavelle è saltato fuori questo aggeggio simpatico: un supporto per cuocere nello stesso momento diverse teglie in forno; molto utile soprattutto quando invitiamo i nostri ospiti per una "pizzata" casalinga....non so voi ma io amo servire pizze e focacce belle calde e fragranti, per cui serata con questo tema, mi obbligavano in cucina per parecchio tempo, tempo che sottraevo agli invitati: della serie chi fa la pizza non mangia pizza :))
Così, quando l'ho visto tempo fa all'Iper, perdipiù in offerta, me ne sono impossessata immediatamente; finalmente qualcuno che mi "supporta" :D
PS: ovviamente il giorno dopo s'è fatta la pizzata !!!

UN DOLCE CUORE



In questi giorni non ho avuto tempo di postare e così, un po' in ritardo, volevo condividere la ricetta di questa semplicissima torta che ho preparato il 14 febbraio; la base è una ricetta che mi ha passato Arianna, l'ho leggermente modificata; S. Valentino è una giornata speciale anche se, ormai, si usa "festeggiarla" in modo molto commerciale. Un curiosità: questa festa fu istituita in epoca cristiana in sostituzione di un'altra pagana che si festeggiava il 15 febbraio attraverso riti dedicati alla fertilità "i lupercalia romani"....il perchè sia stata dedicata successivamente agli innamorati ... si intreccia tra credenze e leggende :)))....Io l'ho sempre festeggiato come un giorno in cui ricordare tutte le persone speciali che amo e così questo dolce cuore lo dedico a loro...oltretutto il mio secondo nome è proprio Valentina!

DOLCE CUORE AL PROFUMO DI ARANCIA E SEMI DI PAPAVERO


400 gr. di farina 0
140 gr. di farina integrale

1bustina di cremortartaro

un pizzico di sale marino

3/4 c di vaniglia in polvere

2/3 T di olio d girasole

1/3 T di semi di papavero

3/4 T di sciroppo d'acero

1/4 T di malto di riso

1/2 T di latte di cereali

1 T e 1/2 di spremuta di arancia

buccia di 3 arance bio grattugiata
  1. Preriscaldare il forno a 180°. Ungere ed infarinare leggermente una teglia a forma di cuore o rotonda d. 26.
  2. In una ciotola unire gli ingredienti asciutti e mescolarli accuratamente.
  3. Miscelare a parte quelli liquidi e versarli nel composto di farina, amalgamandoli con un cucchiaio di legno per renderlo omogeneo.
  4. Infornare e cuocere per 35-40 minuti, finché la superficie sarà dorata e, inserendo al centro uno spiedino di bambù, ne uscirà asciutto.
  5. Lasciare raffreddare su una gratella.
Per la decorazione:
300 ml. di spremuta di arancia filtrata (senza la polpa)

3 C di kuzu o di amido di mais

1 pizz. di sale

5 C di malto di riso

la buccia di 2 arance bio

100 gr. di cioccolato fondente min. al 70%


Gran marnier
  1. Versare l'addensante scelto in un pentolino e stemperarlo con il succo di arancia.
  2. Unire il malto, il sale e portare a bollore mescolando continuamente con una frusta da pasticceria. Aggiungere la buccia di arancia e lasciare sobbollire a fiamma bassa per 1 minuto, non di più altrimenti la salsa potrebbe avere un retrogusto amarognolo. Mettere da parte.
  3. nel frattempo sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente e tenerlo al caldo.
  4. Tagliare a metà la torta raffreddata completamente (lasciandola sempre sulla gratella) e spennellare leggermente con poco liquore, per inumidire la base. Cospargere a filo con il cioccolato fondente sciolto, poi sovrapporre la parte superiore del dolce.
  5. Coprire la superficie con qualche cucchiaio di salsa all'arancia, finché sarà bella lucida e lasciare riposare per 10 minuti. Trasferire la torta su un piatto da portata.
  6. Aiutandosi con un cornetto di carta da forno, decorare a piacere la superficie e lasciare raffreddare.
  7. Servire accompagnata dalla salsa all'arancia e dal cioccolato fuso.

lunedì 14 febbraio 2011

CONDIVISIONI E COMMENTI


Diverse amiche mi hanno chiesto istruzioni circa la modalità di commentare i post pubblicati....fatta la variazione alle impostazioni, diamo il via al commento "libero" senza passare da alcuna registrazione, così è tutto più facile :D

domenica 13 febbraio 2011

IL RISO ABBONDA.....NELLA BOCCA DEI SAGGI :))


" sei per otto quarantotto vai in cucina e fai il risotto.." così ripeteva una cantilena che recitavo quando ero piccola....e altro che "..abbonda sulle labbra degli stolti"....il riso è un alimento indispensabile nell'alimentazione del benessere.
E il risotto è ormai il cavallo di battaglia di Davide (mio marito): oggi si è cimentato in uno di quelli che preferiamo e vi invito a provarlo :))


RISOTTO AL KIWI


280 gr. di riso Carnaroli semintegrale
2 C di olio extravergine di oliva
1 cipolla piccola

sale q.b.

1/2 bicchiere di vino bianco

1 lt. circa di brodo vegetale caldo

2 kiwi maturi ma sodi
  1. Tritare finemente la cipolla; versare l'olio in un tegame largo e basso, unire la cipolla con un pizzico di sale e lasciarla rosolare delicatamente finché diventerà traslucida.
  2. Nel frattempo risciacquare il riso sotto acqua corrente, lasciarlo scolare e versarlo nel soffritto di cipolla; unire un pizzico di sale e tostarlo a fuoco basso per qualche minuto, mescolando spesso.
  3. Sfumare con il vino, lasciare evaporare, poi cominciare la cottura aggiungendo il brodo poco alla volta e mescolando frequentemente.
  4. Sbucciare i kiwi e tagliarli a pezzetti, unirli a fine cottura e a fuoco spento. Mantecare con 1 C di olio. L'aspetto del risotto deve risultare "all'onda" ovvero non compatto ma leggermente morbido (si asciugherà durante il tempo di riposo).
  5. Lasciare riposare 5 minuti coprendo la pentola (così facendo i chicchi termineranno di "gonfiarsi") e servire caldo decorando con qualche fettina di kiwi.

venerdì 11 febbraio 2011

LA PRIMAVERA STA SPINGENDO...





Nonostante l'aria al mattino sia ancora pungente e la nebbia ci stia graziando da poco, la primavera è più vicina di quello che sembra......basta alzare la testa per vedere i rami, apparentemente ancora "spogli" trasformarsi e coprirsi di bitorzoli che sfumano verso il verde. Sembra così vicina la mattina in cui ho immortalato un bellissimo abito ghiacciato che copriva tutte le piante sulla strada che percorriamo io e Robert per andare a scuola... e ora lei è qui...che spinge le porte per riempire di tepore e colori le nostre giornate: sta arrivando la primavera!! Nella tradizione cinese il 3 febbraio è il Capodanno ma anche il primo giorno di primavera; inizia il periodo migliore per la disintossicazione del nostro corpo...un po' come la pulizia che tra poco faremo nel nostro giardino o sul balcone: via rami e fiori secchi, cambio di terra e preparazione per le nuove semine che riempiranno di colori e profumi i nostri vasi. Mi viene un pensiero: il 3 febbraio è anche S. Biagio, protettore delle gola, e a Milano si usa mangiare l'ultimo panettone conservato dal periodo natalizio, quasi a dire "forza, gozzovigliamo un'ultima volta che poi....ci si alleggerisce :))". Alleggeriamo così anche la nostra alimentazione da eccessi di grassi, dolci, prodotti da forno che ci hanno riscaldato durante l'inverno...cominciamo la giornata con una tazza di tisana depurante preparata con 1 c di radice di tarassaco, 1 c di bardana, 1 pizzico di anice verde, 1 pizz. di menta fatta sobbollire per 2-3 minuti in una tazza di acqua e lasciata riposare, coprendo con un piattino, per 20 minuti; filtrata e bevuta prima di colazione per 15 giorni, aiuta il nostro organismo in questa depurazione.
Il tarassaco agisce proprio sul fegato stimolandone la disintossicazione; nella medicina cinese il fegato è legato alla primavera, al sapore acido, al colore verde, all'energia legno, alla collera come emozione e al vento come natura atmosferica. Abbondiamo il consumo di verdure a foglia verde e di carciofi, finocchi, asparagi, nonchè di bei centrifugati di carote e mele che ci regalano abbondanti vitamine ed energia fresca ma equilibrata. Alleggeriamo le cotture, utilizzando quella al vapore e la scottatura al dente...e facciamo attenzione a non esporci ai primi tepori con abiti troppo leggeri.....il calore che ha accumulato il nostro corpo durante l'inverno è ancora dentro di noi e piuttosto sensibile agli sbalzi termici.

WELCOME SPRING.... tutti ti stiamo aspettando con trepidazione :))))

giovedì 10 febbraio 2011

IN QUESTI GIORNI E'........SPLEEN


Questa settimana è così: l'energia deve riequilibrarsi non solo nel cibo ma in ogni sua manifestazione e quindi tengo duro in questi giorni intensi di "emozioni" ed "informazioni" non proprio gradite e che trasmettono vibrazioni basse ma.....che precedono come sempre un momento di rinascita nel flusso della vita......nel frattempo però, mi rileggo questa poesia che nonostante l'apparenza lugubre, è una delle mie preferite.......
SPLEEN ... che in francese definisce uno stato di tristezza o malinconia meditativa...trasmessa in modo chiarissimo da queste parole di Baudelaire tratte da "i fiori del male"; interessante sapere che in inglese significa "milza" che nel Talmud viene riconosciuta come organo del riso, mentre in Cina lo spleen è una delle basi caratteriali a cui viene dato potere sull'umore.... ma vi lascio alla lettura sperando che,
nonostante la particolarità del testo, vi possa piacere...


Quando, come un coperchio, il cielo pesa greve

Sull'anima gemente in preda a lunghi affanni,

E in un unico cerchio stringendo l'orizzonte

Riversa un giorno nero più triste delle notti;


Quando la terra è trasformata in umida prigione,

Entro cui la Speranza va, come un pipistrello,

Sbattendo la sua timida ala contro i muri

E picchiando la testa sul fradicio soffitto;


Quando la pioggia stende le sue immense strisce

Imitando le sbarre di una vasta prigione,

E, muto e ripugnante, un popolo di ragni

Tende le proprie reti dentro i nostri cervelli;


Delle campane a un tratto esplodono con furia

Lanciando verso il cielo un urlo spaventoso,

Simili a spiriti erranti e senza patria

Che si mettono a gemere ostinati.
-

E lunghi funerali, senza tamburi o musica,

Sfilano lentamente nella mia anima vinta; la Speranza

piange, e l'Angoscia, dispotica ed atroce,

Pianta sul mio cranio chinato il suo vessillo nero.

Charles Baudelaire

mercoledì 9 febbraio 2011

MINI MUFFINS MELE E UVETTA


Questa ricetta è una personalizzazione del primo impasto di dolci al forno che ho mangiato all'inizio del mio percorso nella cucina naturale.....nel tempo ho fatto qualche variazione e così ve la propongo; ottimi da presentare su un buffet dello spilucco :D...perfetti per la colazione o per la merenda.....dolcetti della "gratitudine" se confezionati in sacchettini trasparenti e infiocchettati come regalo per il/la nostro/a migliore amico/a e dello "stupore" quando gli direte che sono privi di zucchero, uova, latte, burro .....ma con cosa li hai fatti allora? sarà la domanda che vi faranno subito :DDDD e voi potrete elencare i seguenti ingredienti utili per ottenere circa 35 dolcetti:

400 gr. di farina “0”
150 gr. di malto di riso

100 gr. di olio di mais

80 gr. di sciroppo d’acero
Sale un pizzico
Buccia grattugiata di 1 limone
3 mele medie grattugiate
(circa 500 gr.)
Una manciata di uvetta (o di gocce di cioccolato fondente)
1 bustina di cremortartaro

1 pizz. di cannella in polvere
Pirottini di carta o stampini per muffins
  1. Mescolare bene tutti gli ingredienti asciutti, setacciando farina, sale, cannella e lievito.Aggiungere l'uvetta (o cioccolato)
  2. In un’altra ciotola, amalgamare con la frusta gli ingredienti liquidi. Unire i due composti mescolando accuratamente.
  3. Distribuire nei pirottini (se si usano stampini vanno prima spennellati di olio e cosparsi di farina) l'impasto che riempia al max 3/4 dell’altezza dello stampo ed infornare a 180° per 20-25 minuti o finché, inserendo uno spiedino di bambù, ne uscirà completamente pulito.

BAVARESE DI YOGURT ALLO ZAFFERANO


Una ricetta per fare bella figura con gli ospiti ma, soprattutto, per coccolarsi con un dolce cremoso e delicato...oggi mi ci vuole proprio :))

240 gr. di yogurt di soia senza zucchero
180 g. di panna di soia
5 C di malto di riso (o a piacere)
3/4 c di agar agar in polvere
1 C colmo di amido di mais
qualche goccia di essenza di fiori di arancio (in mancanza sostituire con 2 c di buccia grattugiata di limone o arancia)
1 bustina di zafferano
1 pizz. di sale


  1. Versare lo yogurt in una ciotola; unire il pizzico di sale, lo zafferano e mescolare con una frusta da pasticceria.
  2. Nel frattempo stemperare l'amido nella panna di soia, aggiungere il malto e l'agar agar e portare a bollore; abbassare la fiamma e sobbollire 1 minuto mescolando con una frusta, affinchè l'alga si sciolga.
  3. Lasciare intiepidire un minuto, poi aggiungere il composto con l'agar versandolo nella ciotola dello yogurt a filo e mescolando continuamente con la frusta (versare a filo e mescolando il composto caldo in quello freddo, evita la formazione di grumi da parte dell'addensante in presenza di un forte shock termico se si versasse tutto in una volta).
  4. Profumare con l'essenza o la buccia di agrume scelto.
  5. Distribuire in stampini individuali, lasciare intiepidire e conservare in frigorifero fino al momento di servire, decorando con marmellata di mirtilli o altro frutto rosso frullata con poca acqua e qualche fogliolina di menta fresca.
Buona coccola !!!

martedì 8 febbraio 2011

IL CREMORTARTARO...MISTERO CHE MISTERO NON E' ...


Oggi spenderò due parole per spiegare cosa sia il cremortartaro a chi non lo conoscesse, visto che fa parte degli ingredienti un po' "strani" che troverete nelle mie ricette.
Il cremortartaro non è niente altro che un lievito in polvere utilizzato per la preparazione di torte e dolci al forno: in pratica il sostituto sano del lievito Bertolini.
Proprio facendo la fotografia mi sono accorta che sulla bustina, la definizione adesso è "Polvere lievitante biologica"; credo che abbiano sostituito la sola dicitura di cremortartaro semplicemente perchè, in effetti, nella confezione si trovano anche altri ingredienti.
Il cremortartaro è un prodotto ricavato dal sedimento della fermentazione del vino e viene mescolato a bicarbonato di sodio (col quale scatena la lievitazione) e amido di mais che gli conferisce la consistenza più simile al borotalco. Importante fare presente che NON contiene fosfati come quello chimico.
Si utilizza come qualsiasi lievito per dolci, consigliandovi di setacciarlo sempre per evitare la presenza di grumi nella preparazione finale. Va aggiunto, come quello tradizionale, verso la fine poco prima di infornare.
Potete trovarlo nei negozi specializzati di alimentazione naturale e biologica.

Aggiornamento 2013: ora è possibile trovare anche al supermercato, le bustine di Cremortartaro; bisogna solo ricordare che va sempre addizionato con del bicarbonato, per ottenere la reazione desiderata nella lievitazione; rapporto 3 a 2 ovvero: 3 parti di cremortartaro 2 di bicarbonato (es: 12 + 8)

SUSHI..TIAMO NUOVE EMOZIONI :)


Ormai impazzano nei locali gli happy hour e spuntano come i funghi nel bosco i sushi bar ...a parte la caratteristica "modaiola" del servizio, credo sia davvero piacevole trovarsi con gli amici e dedicarsi assieme a quella che io definisco "l'arte dello spiluccamento": ovvero servirsi di piccole quantità di cibo con estrema libertà di scelta....la parola spiluccare (o piluccare) sembra derivi da "pilare" cioè spiccare un chicco d'uva dopo l'altro dal grappolo per mangiarlo; ne deduco che si tratti di un'attività molto antica :)) e applicata spesso dalle femminucce ....o no? :DD
Ognuno mangia ciò che preferisce, servendosi da solo, senza troppi impedimenti da regole di galateo, saltando da una portata all'altra e ritrovandosi così a godere della libera espressione del nutrirsi!
Ma come per tutte le attività culinarie, bisogna organizzare bene anche la serata dello spilucco, ricordando alcuni dettagli per la preparazione:
  1. I cibi devono essere serviti stile "fingers food": piccole porzioni da prendere e mangiare con le mani oppure serviti in piccole ciotoline monoporzione corredate di relativo cucchiaino.
  2. Sul tavolo devono essere suddivisi in 2 - 3 punti per agevolare il servizio self service.
  3. Preferibilmente si servono cibi a temperatura ambiente, e quelli caldi devono essee presentati con quelle piastre appositamente munite di candeline scaldavivande.
  4. Scegliere piatti equilibrati nei sapori, colori e consistenze rimane sempre una regola da non dimenticare.
  5. Organizzare sufficienti posti a sedere utilizzando divani, poltrone, sedie, ma anche cuscinoni appoggiati su un tappeto.
Ma bando alle chiacchere: giovedì sera ho presentato un corso base di cucina naturale presso un'associazione e, ovviamente, ho servito qualche assaggino per "spiegare" in modo pratico questi nuovi sapori sconosciuti; così ho deciso di condividere con voi queste semplici e simpatiche ricettine:
la prima è quella di un paio di SUSHI VEGETALI (ce ne sono decine di variazioni) che si prestano benissimo per queste occasioni:

SUSHI VEGETALI SAPORITI

400 gr. di riso integrale cotto il giorno prima
una manciata di capperi dissalati
3-4 C di hummus di ceci al cumino
2 C di crauti
3 fogli di alga nori tostate
2 c di senape dolce
qualche insalatino di zenzero

  1. Porre sullo stuoino apposito per sushi il foglio di alga nori con la parte lucida verso l’esterno (appoggiata allo stuoino)
  2. Coprire l’alga con uno strato di riso alto circa ½ cm premendo con il palmo delle mani inumidite con acqua, lasciando uno spazio di 3 cm sul lato superiore.
  3. Spalmare orizzontalmente sulla parte bassa (verso di noi) circa 5 cm di hummus e cospargerlo di crauti strizzati dal loro liquido.
  4. Formare una striscia di senape verso il centro del riso.
  5. Disporre i capperi in una fila al centro del sushi (sempre orizzontalmente), oppure sopra i crauti.
  6. Con l’aiuto dello stuoino arrotolare l’alga su sé stessa e, bagnando con un po’ d’acqua la striscia in alto vuota, “incollate” il sushi. Stringete il rotolino sempre aiutandovi con lo stuoino facendo uscire dai lati il liquido in eccesso. Lasciare riposare ½ ora circa e poi tagliare a fette alte 1 cm, decorando con fettine di insalatini di zenzero.
SUSHI AL SAPORE ITALIANO

400 gr. di riso bianco da sushi
3-4 C di maionese vegetale
una manciata di olive taggiasche denocciolate
qualche foglia di basilico lavata
7-8 bastoncini di carote scottate
  1. Condire il riso cotto con una miscela composta da 1 C di shoyu, 3C di aceto di riso, 1 c di malto di riso.
  2. Stendere uno strato sull'alga nori seguendo la ricetta del precedente sushi, spalmare nella parte bassa una striscia di maionese veg, decorare con i bastoncini di carota, formare una fila con le olive e finire con le foglie di basilico.
  3. Arrotolare e chiudere come sopra.
  4. Lasciare riposare e servire affettato.
Nel piattino ho poi terminato decorando
  1. una piccola galletta di riso con un cucchiaino di maionese veg e cospargendo con piselli e carote a cubetti scottate
  2. e un quadretto di pane di segale a pasta acida con dell'hummus spruzzato da un sache à poche con bocchetta a stella e dei semi di girasole tostati con shoyu.
Come dolcetti ho portato dei piccoli muffins alle mele e uvetta....magari volete la ricetta? la trovate nel prossimo post :)

sabato 5 febbraio 2011

UN MOMENTO DI RELAX....


Questa settimana (non ancora finita) è stata ricca di impegni...lunedì mattina il corso base, la preparazione di amasake, natto, maltosio, germogli, rejuvelac, mele essicate e altro ancora per il corso di "laboratorio in casa" di domani, giovedì la preparazione di fingers food per la presentazione di un corso di cucina naturale proposto da Assonatura e la serata presso la loro accogliente sede e ieri sera buffet macrobiotico e presentazione di un libro che stavo leggendo con presenza dell'autore (I magnifici 20 di Marco Bianchi)....insomma.....il post oggi è un post di relax...mezz'oretta che mi concedo dopo tanto correre quotidiano.......un bel bagno caldo con sali del Mar Morto e l'aggiunta di olio essenziale alla lavanda....adoro il suo profumo e, tra le sue tante proprietà, possiede anche quella di rilassare il sistema nervoso.....cosa c'è di meglio? un bel massaggio...ma provvederemo un'altra volta.......buona serata !

venerdì 4 febbraio 2011

ORECCHIETTE CON LE CIME DI RAPA (RECCHIETELLE CON I CIM D REP)




Ieri mi sono alzata con in mente un piatto che a casa mia si consuma quasi settimanalmente; di solito è il piatto del venerdì perchè nel mio paese arriva il mercato...così vado dal mio "verduraio" a godere del suo immenso banco ricco di frutta e verdura in gran parte arrivata fresca fresca dal meridione....dal Paolo (verace pugliese) trovo tutte le erbe selvatiche tipiche della sua terra tra cui una cima di rapa eccezionale: ecco svelato il motivo del giorno "fisso" :))....ma ieri ero alla Coop e le ho viste: lì belle verdi e rigogliose e non ho saputo resistere al loro richiamo ..........così, dopo la mangiatona godereccia di questo famosissimo piatto della tradizione pugliese, voglio condividere con voi questa ricetta ...ovviamente un po' alleggerita come è mia abitudine:

Per 2 persone:

700 gr. di cime di rapa fresche
200 gr. di orecchiette
3-4 spicchi di aglio
un pizz. di sale marino
2 filetti di acciuga (se si consuma pesce) oppure un pizzico di alga nori in fiocchi
olio extra vergine di oliva q.b. (senza esagerare :D)
peperoncino a piacere

  1. Portare a bollore una grossa pentola di acqua; nel frattempo mondare le cime di rapa ...senza farmi vedere che gettate il gambo: la cima si mangia tutta, levate solo la parte finale più fibrosa e lavatela più volte sotto acqua corrente. Tagliarla a pezzettoni e mettere da parte.
  2. Quando l'acqua bolle, aggiungere un cucchiaino di sale e versarvi le cime di rapa. Lasciarle sbollentare 3 minuti, giusto il tempo perchè appassisca e il colore diventi verde brillante. Scolarle con l'aiuto di una schiumarola e un colapasta, conservando l'acqua nella casseruola. Metterle da parte.
  3. Riportare a bollore l'acqua, salare a piacere, poi buttare la pasta e cuocere secondo i tempi di cottura indicati.
  4. Intanto sbucciare l'aglio, eliminare il germoglio all'interno ed affettarlo sottilmente in un pentolino. Unire l'olio, un pizzico di sale, le acciughe ( se utilizzate) e il peperoncino.
  5. Lasciare soffriggere a fuoco basso, finchè l'aglio diventerà leggermente dorato. Se si usano le alghe, unirle a fuoco spento.
  6. Due minuti prima che la pasta sia cotta, riversare le cime di rapa nella pentola e lasciare riprendere il bollore.
  7. Scolare la pasta e lasciarla 1 minuto perchè perda la maggior parte dell'acqua, poi rimetterla nella casseruola e condire con il soffritto. Mescolare per bene e servire caldo spolverando a piacere con germe di grano o grana vegan.

ERRATA CORRIGE

Un grazie di cuore ad Anna che mi ha fatto notare la difficoltà riscontrata nella preparazione delle gallette di riso e cocco: ho corretto la ricetta dove mancava tra gli ingredienti il latte di riso che è la parte liquida necessaria ad impastare il composto.....:D

mercoledì 2 febbraio 2011

MALTO.....IL DOLCE ANTICO

Oggi desidero condividere con voi una nuova "rubrica" di questa cucina virtuale: molti sono gli ospiti che vengono a farmi visita ma non tutti conoscono nello specifico gli ingredienti "strani" che si utilizzano nelle ricette naturali; così ho pensato di raccontare, di volta in volta, l'identità di questi prodotti "alieni" per la maggior parte delle persone.......dell'amasake abbiamo già parlato e il prossimo sarà : IL MALTO.
Nelle ricette dolci che pubblico non utilizzo il comune dolcificante qual è lo zucchero. Perchè?
Per quanto riguarda gli effetti che lo zucchero ha sulla nostra salute, vi rimando ad un libro molto interessante che si intitola "sugar blues" di William Dufty, mentre circa la produzione della versione industriale....beh guardate questo video :)....
In parole povere lo zucchero raffinato è un prodotto che ormai ha perso tutte le sue proprietà nutrizionali ed è composto solo da saccarosio al 99%. L'energia che ci trasmette è immediata ma, subito dopo, la nostra curva glicemica subisce un crollo con la stessa velocità..da qui possiamo comprendere che, consumando frequentemente lo zucchero, sottoponiamo ad eccessivi stress organi come il pancreas che deve continuamente lavorare per cercare di stabilizzare la glicemia e quindi, con cosa sostituire questo "serial killer" travestito da dolce fatina? con dolcificanti naturali che esistevano fin dai tempi più antichi (sembra che la fermentazione del malto fosse già conosciuta nell'antico Egitto) come frutta o derivati da cereali fermentati. Sono dolcificanti che possiamo definire "zuccheri lenti"...per semplificare di solito paragono lo zucchero alla benzina super e il malto ad un diesel: carbura più lentamente e ci trasmette energia equilibrata e costante nel tempo; inoltre, sono ricchi di enzimi, vitamine e sali minerali estremamente utili per il nostro corpo.
Si acquistano presso i negozi di alimentazione naturale (anche naturasì) dove i più diffusi sono:
MALTO DI RISO colore dorato dal gusto intenso. Si trovano anche confezioni con la dicitura "sciroppo di riso": la produzione è identica, ma la fermentazione non è indotta dall'orzo germinato ma da enzimi puri (prodotti in modo industriale).
MALTO DI ORZO colore più brunato con leggero retrogusto amarognolo: ottimo per la preparazione del croccante o dove vogliamo ottenere un gusto "caramellato"
MALTO DI MAIS colore chiaro e gusto neutro è quello che contiene quantità inferiori di nutrienti, ma un potere maggiore di dolcezza.
Un chiarimento: gli zuccheri di canna dorati, sono solo zucchero bianco addizionato con melassa.....se proprio volete continuare ad utilizzarlo (anche io, saltuariamente, lo consumo) lo zucchero naturale è solo quello integrale tipo Mascobado e Panela.
Il miele ha lo stesso effetto dello zucchero per quanto riguarda la velocità di assorbimento nel sangue ma è ricco di principi nutrizionali utili, soprattutto, a livello terapeutico...meglio non consumarlo regolarmente come dolcificante.
A voi una "dolce" giornata :))

martedì 1 febbraio 2011

SEMOLINO DOLCE ...UN PIATTO DEL RICORDO


In queste ultime settimane la mia colazione del mattino spesso consiste in una bella tazza di semolino dolce....è uno dei miei cosiddetti "piatti del ricordo"...un ricordo che risale dai primi anni di infanzia; mangiarlo è proprio come ritornare un po' bambini, quando le pappe erano il pancotto, il semolino (dolce e salato), la zuppa di pane e caffelatte, insomma quando in cucina si cucinava davvero e le pentole, i fornelli, il forno non servivano solo per riscaldare e scongelare, quando il microonde era sconosciuto e i 4 salti in padella solo un'americanata su cui ridacchiare :DD....
Credo che i "bambini" della mia generazione si possano concedere un viaggetto nella dimensione dei ricordi del gusto e, quindi, la ricetta di questa mattina sarà proprio UN BEL SEMOLINO DOLCE:

300 ml. di latte di cereale
1 C di malto di riso
2 C di semolino di grano duro o di riso in caso di intolleranza al glutine
1 pizz. di sale fino

  1. Versare il latte in un pentolino con sale e malto e portarlo a bollore; abbassare la fiamma e versare "a pioggia" il semolino scelto, mescolando con una frusta da pasticceria.
  2. Cuocere per 10 minuti, ricordandosi di mescolare frequentemente per evitare che si attacchi sul fondo.
  3. Versare in una ciotola, cospargere a piacere con semi di girasole o zucca tostati e consumare seduti sulla vostra vecchia poltrona preferita assaporando ogni istante del vostro viaggio...buona giornata !