Non vi è nulla di più fugace che il cibo ... ma nella memoria il suo ricordo rimarrà immortale ...


martedì 31 maggio 2011

SENZA CONFERENZA......BRUSCHETTIAMO :))


Ieri mattina ero a casa di Michele, un ragazzo simpaticissimo di origine pugliese, fan della buona cucina naturale a cui sto facendo dei corsi individuali......parlando dei ricordi culinari di famiglia, mi sono tornate alla memoria le serate che organizzavo anni fa a base di bruschette.....così, con l'acquolina in bocca, sono arrivata a casa e, aspettando qualche amico per ascoltare assieme una conferenza telefonica andata poi buca per problemi tecnici, mi sono organizzata per fare un bel vassoio di bruschette...così la conferenza è stata rimandata ma le bruschette sono state gradite "assai"....... ci sono diverse modalità ed usanze per prepararle, ma quello che posto oggi è il tipico "metodo pugliese" che mi ha insegnato un amico parecchi anni fa:

LA BRUSCHETTA PUGLIESE STROFINATA

1 pagnotta di pugliese o altamura
olio extravergine di oliva
sale
1 spicchio di aglio
origano secco
2 kg. di pomodori perini o a grappolo belli maturi

  1. Tagliare il pane a fette alte max 1 cm.; tostarle nel forno, nella padella o nel tostapane
  2. Strofinare leggermente e velocemente la superficie del pane con l'aglio.
  3. Lavare i pomodori, tagliarli per la larghezza e strofinarli ben bene finché il succo renderà rossa/rosata la fetta di pane.
  4. Spolverare con sale e origano e sistemare in un piatto da portata o un vassoio.
  5. Quando il primo strato lo coprirà, irrorare con olio extravergine di oliva.
  6. Proseguire facendo più strati allo stesso modo.
  7. Servire accompagnando da una manciata di amici simpatici, pregandoli di cominciare a mangiare le bruschette tirandole delicatamente dallo strato più basso che sarà il più gustoso !!!!!!
PS: In questo piatto, i tovaglioli sono un optional, giusto giusto per dare un po' di spazio al galateo: con le bruschette le dita si ciucciano  e il vassoio si puccia in modo comunitario con gli ultimi bocconi !!!!

sabato 28 maggio 2011

SPAGHETTI ALLA "CARBONARA" VEGAN

perchè non intitolare una via a questi personaggi che hanno contribuito alla storia della nostra tradizione culinaria :)) ? 
La carbonara è un tipico piatto povero laziale la cui origine sembra derivi proprio dalla necessità di chi, dovendo curare per lunghissimi tempi la preparazione della carbonella, si trovava nel tascapane ingredienti non deperibili come cacio e ova....così è nata la carbonara una pasta semplice ma gustosa e nutriente, che si poteva cucinare anche senza troppi utensili. Solo successivamente è stato aggiunto il bacon, importazione americana del dopoguerra .
Qui vi racconto una mia versione totalmente vegana ma, non per questo, meno gustosa ....
che dire: W i carbonai !!!!

320 gr. di spaghetti integrali
1 cipolla piccola
180 gr. di panna di soia non zuccherata
un pizzico di curcuma
200 gr. di tofu affumicato
3 C di olio extravergine di oliva
sale e pepe
prezzemolo fresco tritato grossolanamente

  1. Lessare gli spaghetti in abbondante acqua salata.
  2. Nel frattempo mondare e tritare finemente la cipolla, metterla in un tegame largo e basso assieme all'olio ed un pizzico di sale.
  3. Rosolare lentamente la cipolla fino a che prenderà un leggero colore paglierino (non bruciata)
  4. Unire il tofu tagliato a piccoli dadini, un pizzico di sale, la curcuma e rosolare qualche minuto.
  5. Aggiungere la panna di soia e qualche cucchiaio di acqua di cottura (l'amido che contiene della pasta aumenta la cremosità del piatto), lasciando sobbollire per 3-4 minuti mescolando di tanto in tanto.
  6. Scolare gli spaghetti conservando l'acqua e versarli nel tegame. Proseguire la cottura mantecandoli con un forchettone di legno ed aggiungendo poca acqua di cottura per mantenere morbido il condimento. 
  7. Spegnere, condire con una bella macinata di pepe e servire caldo spolverando con prezzemolo.
PS: al posto del tofu affumicato si possono usare a stagione, zucchine e carote a dadini, saltandole assieme alla cipolla.

venerdì 27 maggio 2011

L'INSALATA DELLE NONNE :))

Chi non ha, almeno una volta nella vita, ammirato quell'arte perfetta che  si fa bella mostra nel tagliare il cicorino appena raccolto dall'orto?
Questa insalatina tipica della produzione propria degli "ortaioli", prima legata in mazzetti, poi tagliata finissima con i grossi coltellacci di campagna, lavata ed infine sistemata nel canovaccio pulito che si andava a "scuotere" con un movimento di braccio potente "avanti e indietro" precursore delle moderne e plasticose "centrifughe";
Quando sono nella mia "home sweet home" della bergamasca cerco sempre di acquistarne un po' dal verduraio di paese che vende il bel cicorino da taglio coltivato da loro stessi; così poi, una volta lavato, mi accingo a  ripetere il rito dell'asciugatura manuale uscendo a piedi nud nel prato che, almeno per me, ha un che di ancestrale e mi lega con un sottilissimo filo alla tradizione contadina che profuma di antico e sapienza...
uahuuu !!! tante sensazioni legate a questa semplice insalata che fa parte di una grande famiglia: spadona, belga, radicchi rossi e variegati, da cespo e da radice, ma così sfiziose che con il loro gusto amarognolo ci donano freschezza, vitamine e sali minerali in abbondanza; diuretica, digestiva, depurante e sfiziosa condita semplicemente con qualche goccia di acidulato di umeboshi, olio extravergine di oliva e un pochino di aceto di riso o mele .... con questo caldo poi, un vero toccasana !
Era in vendita nel solito "magico banco" dell'Iper Portello, tra le varie erbe del contadino km 31 :))...comprata e mangiata !!

mercoledì 25 maggio 2011

BIO E TE ... "ALEA IACTA EST" :D

Raffaella è stata una mia allieva alla Sanagola, una di quelle diventate poi parte della mia vita tessendo piano piano un'amicizia che prosegue e sta crescendo nel tempo; con la sua grinta, perseveranza ed energia e con il suo intento a crescere ed imparare da ogni ostacolo affrontato e, sempre, brillantemente superato, il suo sorriso che rallegra la giornata rispecchia l'ambiente del ristorante di cucina naturale che inaugurerà sabato !!! Bio e te aprirà finalmente la sua porta per creare un altro punto dove scoprire, conoscere ed imparare ad apprezzare un nuovo stile non solo di cucina ed alimentazione, ma anche di vita. Mi farà molto piacere essere là con loro per aiutarli ad organizzare l'aperitivo di benvenuto : vai Raffaella....."Alea iacta est" disse il grande Cesare "il dado è tratto"...... e da settimana prossima comincerai a navigare :)))

CIOCCOLATO IN CREMA O CREMA DI CIOCCOLATO?



Questo è il dilemma quando assaggi la torta che posterò oggi: questo cioccolato pieno nel suo gusto ma, allo stesso tempo, che soddisfa il lato godereccio come solo le consistenze cremose sanno fare :) La ricetta non è mia ma di Fabrizio (che saluto con un abbraccio), l'ho leggermente modificata e me l'hanno "passata" per prepararla in Sanagola come finale ad un pranzo di Comunione, occasione in cui l'ho servita decorata con una dadolata di fragole rosse e fili di cioccolato fondente fuso!!

TORTA CREMOSA AL CIOCCOLATO

250 g farina tipo “0” o semintegrale 50 g farina di mais fioretto
75 g olio di mais 150 g malto
1 bustina cremortartaro un pizzico di sale e vaniglia plv
tortiera 30 cm

  1. Mischiare gli ingredienti secchi poi unire l’olio e mescolare bene, risulterà un miscuglio simile a sabbia umida.
  2. Unire il malto, 2-3 Cucchiai di succo di mela, impastare con le mani velocemente finché si otterrà un impasto morbido da stendere nella tortiera (spennellata d’olio) con le dita.
  3. Infornare a 160°C per 15 minuti circa. Quando si leva dal forno la crostata deve essere ancora morbida.
Farcitura
250ml panna di soia 750ml di latte di soia o riso Un pizzico di sale e vaniglia plv 60 gr. di amido di mais 1c di agar agar in polvere 100 gr.di malto Succo acero a piacere 140 gr. di cioccolato fondente 2-3 C cacao amaro
  1. In una pentola mettere panna, latte, sale, vaniglia, agar agar e cominciare a scaldare.
  2. Quando il liquido è tiepido unire il malto e il cioccolato a pezzettini.
    Portare ad ebollizione.
  3. Nel frattempo in una terrina diluire l’arrow root ed il cacao setacciato in un pochino di latte di cereali, versare a filo nel liquido bollente e girare molto bene con una frusta per 2 minuti.
  4. Assaggiare e decidere a gusto quanto succo d’acero unire.
  5. Dopo poco, versare tutto il composto sulla crostata pronta.
  6. Lasciar raffreddare prima di servire.

venerdì 20 maggio 2011

MACCO DI FAVE (MACCU DI FAVI)


Arriva il caldo e ritorna la necessità di svuotare le mie infinite scorte di cereali, legumi e sfarinati vari..... nella quantità notevole di vasetti, pacchettini e sacchettini ecco spuntare quel che resta delle fave secche sgusciate: Allora mi sono ricordata di una ricettina tipicamente siciliana il macco di fave che è una minestra tradizionale del giorno di San Giuseppe; il nome deriva dalla parola latina "maccare" che significa proprio schiacciare.....
Buona, saporita, una di quelle minestre asciutte del sud che ti danno una soddisfazione incredibile, soprattutto da quando ho scoperto i formaggi vegan Vegusto :)): ecco la mia versione un po' rivisitata !

200 gr. di fave secche sgusciate
una manciata di pasta corta mista o spaghetti integrali spezzati
1 cipolla rossa di Tropea
sale q.b.
2 C di olio extravergine di oliva
100 gr. di cubettato di pomodoro fresco
un ciuffo di finocchietto selvatico tritato
1 pezzetto di alga kombu
pepe q.b.
una grattugiata di grana vegusto (facoltativo)

  1. Ammollare per 12 ore le fave in acqua fredda.
  2. Riscacquare abbondantemente, poi versare in una casseruola e coprire con acqua fredda. Portare a bollore, lasciare cuocere 5 minuti poi scolare e riversare in un'altra pentola con acqua bollente abbondante; con questa operazione si elimina un po' del retrogusto amarognolo della fava.
  3. Aggiungere l'alga, 1/2 c di sale, il pomodoro e la cipolla tritata, lasciare sobbollire su fiamma bassa e con coperchio per un paio d'ore, finché le fave saranno morbide da poterle schiacciare facilmente.
  4. Una volta schiacciate, la minestra dovrebbe presentarsi abbastanza densa ma con liquido sufficiente per cuocere la pasta (se non fosse così, aggiungete un filo di acqua)
  5. Regolare di sale e pepe. Servire condendo con l'olio, il finocchietto selvatico e una grattata di grana vegusto....una bontà da consumare usando un bel cucchiao di legno !

mercoledì 18 maggio 2011

LIMONI A TUTTO CAMPO !!










Questo è il terzo anno che, nel mese di maggio, mi sottopongo alla "tortura" della cosiddetta "cura del limone" :)
L'ho scoperta casualmente, acquistando una piccolo libricino dalla grafica deliziosa e dal costo irrisorio; così leggendo qua e là mi sono detta "perchè non sperimentare?"....detto fatto ormai è diventata la consuetudine annuale. Vi racconto brevemente il metodo:

  • per una modalità "d'urto" si parte bevendo il primo giorno il succo di 1 limone; si prosegue il secondo giorno con 2 limoni e così via fino ad arrivare al dodicesimo giorno con il succo di 12 limoni :(
  • dal tredicesimo giorno si parte dai 12 limoni calando ogni giorno di uno, fino ad arrivare al 24° giorno con 1 limone.
  • Per i successivi 6 giorni si beve il succo di 1 limone per "disintossicare" l'organismo dalla quantità importante di vitamina C assunta, che crea assuefazione.
Perchè farla? Io posso raccontarvi quali sono i vantaggi che ne ho tratto:
  1. dopo 2 anni che non riuscivo a chiudere la mano destra a causa di una leggera forma di artrosi (data dalla gioventù che avanza :) e il tagliare costantemente a coltello) al 3° giorno la mia mano ha ripreso la sua forza e funzionalità perfette !
  2. La premenopausa si tiene compagnia col cambio della tipologia del sonno....da profondo e ristoratore, passa a leggero e meno efficace......dopo i primi giorni...anche si va a letto dopo mezzanotte... alle 6,30 mi sveglio come un grillo
  3. Più energia e vitalità sia fisica che emotiva, chiarezza di mente.
  4. Sgonfiamento
  5. la pelle si compatta risultando meno sgranata e più luminosa
  6. L'intestino diventa ancora più regolare ... quasi come nei neonati :))
Insomma, direi che ne vale sempre la pena :DD
Istruzioni extra:
  • bevetelo a piccoli sorsi tramite una cannuccia perchè il succo di limone potrebbe intaccare a lungo andare lo smalto dei denti.
  • Si beve puro non dolcificato né diluito, a digiuno il mattino, 30 minuti prima di fare colazione (indispensabile da fare secondo me).
  • Da parlarne col proprio medico curante se abbiamo patologie legate allo stomaco o all'intestino.
E' possibile anche applicare una modalità più leggera partendo il primo giorno con 1 limone fino a 7 limoni al settimo giorno. Dall'8° si comincia con 7 e si scende fino ad 1 limone. Mantenimento e disintossicazione 1/2 limone per 7 giorni.
Che dire ancora?
Il limone è ricco di vitamina C e di proprietà interessantissime utilizzandolo con diverse modalità: contro febbre, vomito, emorragie, raffreddori di testa e sinusiti, afte e stomatiti, angine, blefariti, mal di testa, ferite infette, geloni, verruche, punture di insetti, antirughe e schiarente per la pelle è anche vermifugo e d'aiuto contro l'obesità; sapevate che la sua buccia essicata e sistemata in sacchettini posti nei cassetti è un antitarme naturale? immaginate che profumo se poi la abbiniamo a della lavanda :))
Ma le applicazioni non finiscono qui e c'è davvero un sacco da sapere su questo profumato e colorato agrume...
cosa importante : comperate limoni BIO e non gettatene la scorza; prima di spremerli con il rigalimoni recuperate la buccia senza la parte bianca, la tritate e la conservate in frigorifero dentro un vasetto chiuso o in congelatore, pronta per profumare ed insaporire i piatti della nostra cucina !!!

Vi lascio sulle parole di Eugenio Montale e sui colori di Matisse con le loro opere dedicate ai solari frutti :

"I limoni" e "Filodendro nero e limoni"

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantanoi ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.

martedì 17 maggio 2011

TRADIZIONE RIVISITATA


Tra le ricette sperimentate dal libro di Pietro Leemann "Diario di un cuoco", questa l'ho trovata davvero interessante e che mi ricorda quei piatti un po' montanari dei giorni di festa: gustosa, invitante nella presentazione e semplice da preparare, ottima per far bella figura con ospiti onnivori e prevenuti nei confronti della cucina verde; come d'abitudine, qui vi posto una versione leggermente modificata alla mia maniera:


SEITAN ARROSTO CON PUREA ALLE MELE

500 gr. di seitan
300 gr. di patate

150 gr. di batata rossa

100 gr. di carote

50 gr. di sedano

2 mele golden o renette

1 pezzetto di zucca (quando c'è)

rosmarino e salvia freschi tritati

1 c di maggiorana essicata

qualche cucchiaio di olio extravergine di oliva

sale e pepe q.b.

un pizzico di paprica dolce

2 C di shoyu o tamari

  1. Mondare e tagliare a pezzetti (1,5-2 cm.) le carote, il sedano, le patate, la zucca, la batata e le mele.
  2. Ungere bene una teglia da forno e distribuirvi la dadolata vegetale; condirla con sale, pepe e maggiorana mescolando con le mani perchè il condimento si spalmi in modo omogeneo sulla verdura.
  3. Emulsionare in una ciotolina qualche cucchiaio di olio con la paprica, lo shoyu le erbe fresche tritate e “spalmare” il seitan con le mani; appoggiare i panetti sopra le verdure.
  4. Cuocere in forno a 160° per circa 20 minuti.
  5. Frullare la metà delle verdure cotte, servire il seitan affettato accompagnato dalle verdure a pezzi e dalla salsa frullata.

lunedì 16 maggio 2011

LA FRESCHEZZA DEI PROFUMI D'ESTATE


Andando verso la stagione più calda il nostro organismo richiede sempre più frequentemente cibi freschi e leggeri; così madre natura ci ha fornito di cereali adatti per le varie stagioni .... per quanto riguarda il riso integrale, possiamo alleggerire i nostri piatti utilizzando i tipi a grana lunga italiani come il Fino Ribe, Thaibonnet, Sant'Andrea o Baldo oppure quello più esotico quale Basmati, Jasmine, Patna o Gange ..... ce ne sono per tutti i gusti; magari prossimamente dedicherò un post proprio parlando nello specifico del riso che è il principe dei cereali integrali :))) Tornando però a questo, volevo condividere con voi una ricettina come sempre semplice ma sfiziosa

INSALATA DI RISO BASMATI INTEGRALE AL BASILICO

1,5 T di riso Basmati integrale, risciacquato e scolato
2,5 T di acqua

2 C di olio extravergine d' oliva

3 spicchi d’aglio senza germoglio tritati

1 c di timo secco

sale marino q.b.

1 T di basilico fresco tagliato a striscioline sottili con le forbici

1 T di pomodori secchi morbidi, tagliati a strisce sottili **

½ C di acidulato di umeboshi

pepe macinato al momento a piacere

30 gr. di pinoli tostati


20 gr. di basilico per salsa accompagnamento
  1. Mettere il riso, l’olio, l’aglio, il timo e 1/2 c di sale in una casseruola media portando a bollore. Abbassare la fiamma, coprire e lasciare sobbollire senza mescolare per 30 minuti circa, finchè il riso sarà cotto al dente e l’acqua assorbita.
  2. Spegnere e lasciare riposare sempre coperto per 10 minuti.
  3. Trasferire in una capiente ciotola e mettere da parte a raffreddare. Quando il riso è freddo, aggiungere i rimanenti ingredienti, regolare di sale e pepe e mescolare bene.
  4. Servire a temperatura ambiente o mettere in frigorifero e servire freddo, accompagnando con una salsa al basilico ottenuta frullandolo con l'aggiunta di poca acqua, sale e un paio di cucchiai di olio extravergine d'oliva.
** Per rinvenire i pomodori secchi, versarli in una casseruola coprendo con acqua fredda ed aggiungendo una spruzzata di aceto di riso o di mele. Far prendere il bollore e cuocere per 3-4 minuti. Spegnere e lasciare raffreddare nell'acqua di bollitura; scolare ed utilizzare a piacere.

domenica 15 maggio 2011

LA RICCHEZZA DEI PROFUMI


Sempre per fare onore alla primavera, stagione regina delle rinascite e dei risvegli, dei profumi e dei sapori intensi ma leggeri, l'altra sera ho preparato un bel tegame di verdure saltate; una ricetta semplice e piuttosto frequente nella mia cucina, ma arricchita da un misto di erbe profumate raccolte sul mio balcone:

ZUCCHINE E CAROTE SALTATE ALLE ERBE AROMATICHE DI PRIMAVERA
4 carote medie
3 zucchine sode
una manciata generosa di erbe aromatiche fresche a piacere (timo, origano, cipollina, menta..)
sale q.b.
un pizzico di paprica dolce
2 C di olio extravergine di oliva

  1. Mondare e sbucciare le carote e tagliarle a bastoncini; Mondare le zucchine e tagliarle allo stesso modo tenendole separate.
  2. Scaldare un tegame a fondo pesante, versarvi l'olio poi le carote; condire con un pizico di sale e lasciare saltare a fuoco medio per 5 minuti, aggiungendo eventualmente poca acqua se necessario.
  3. Unire le zucchine, un pizzico di sale e proseguire la cottura finché la verdura sarà tenera ma rimanendo sempre al dente.
  4. Regolare di sale, spolverare con paprica dolce a piacere (senza esagerare), mescolare e lasciare ancora un minuto sulla fiamma.
  5. Spegnere e condire con le erbe fresche spezzettate a mano o con le forbici. Servire tiepido.
PS: il giorno seguente, alla verdura avanzata, ho aggiunto del riso integrale cotto facendoli saltare in poco olio di sesamo..... ottimo piatto del riciclo :))

TRA I "BANCHI" DEL JOIA





Finalmente, dopo parecchi mesi di assenza, sono riuscita a presenziare ad una lezione del Joia...il tema era la primavera e nello specifico gli asparagi. Come sempre, preparazioni semplici ma piuttosto articolate composte da contrasti di sapori, colori e profumi ed arricchite da cotture speciali e curiose e dalla presenza di ingredienti di nicchia e di ...boschi svizzeri .... insomma sono state delle ore piacevoli ed interessanti in compagnia di Pietro Leemann e dei suoi "fidati" della brigata del Joia: Fabrizio e Masa ! Abbiamo preparato tutti assieme il "Nuovo Giorno", un tris di paté di verdure, asparagi, spinaci e finocchio, con pesto di aglio orsino ed emulsione di arancia; la "Relazione Privilegiata" con la cottura di fantastici asparagi (Pietro mi ha fatto assaggiare un asparago bianco crudo....buonooo :)) cotti tra mattonelle di terracotta che abbiamo costruito noi, serviti su una "pizza" a base di pane azzimo di farro cotto su petre di fiume, ricotta mantecata ed una salsa bearnese tutta vegetale; e, per finire, "Il Tempo delle Fragole" un dolce sfiziosissimo e delicato composto da knedilky di fragole, spuma di yogurt e basilico e salsina fragolosa.......dolce indicato anche per celiaci...accompagnato da una fresca bevanda a base di sambuco...da leccarsi i baffi ! Anche questa volta me ne sono tornata a casa felice e contenta :))

giovedì 12 maggio 2011

UN TUFFO NEL PASSATO










Mentre eravamo in "vacanza" da Simona e Davide (i miei cognati), tra musica all'aperto e una fiera grandissima, si è svolta nel parco centrale del paese un'esposizione a tema che riguardava alcuni degli antichi mestieri Valdostani (ma tipici delle montagne in generale).
Arnad ha presentato la preparazione di "chiudifascine" intagliati nel legno, bellisimi e di svariate misure che servivano proprio per ancorare la corda che legava le fascine della legna raccolta per i boschi; c'era poi il "cestaio", i boscaioli con il precursore della sega elettrica :)), la cucitrice, il castagnaro che ci ha raccontato tutto il percorso utilizzato un tempo per ottenere le castagne secche (affascinante), l'arte dei pizzi e merletti, la tessitrice col suo telaio e la conta dei fili e l'attrezzatura per tostare l'orzo ed ottenere il caffé ....un vero e proprio tuffo nel passato che mi ha permesso di condividere con queste persone che si impegnano perchè le tradizioni antiche non si perdano nel turbinio della modernità, anche i miei ricordi di bambina, di quando trascorrevo le vacanze coi nonni paterni e con la nonna materna e mi facevo raccontare della loro vita e spiegare dei misteri della semplicità...grazie Arnad e grazie ai miei nonni...in queste occasioni mi rendo conto dell'immenso patrimonio culturale che mi hanno trasmesso con amore!!

WEEK END TRA LE RISAIE







Lo scorso week end lo abbiamo trascorso serenamente a casa dei miei cognati che abitano nel Vercellese. Vasti campi e risaie contornati da una corona di monti...profumi di campagna "della bassa", uccellini e silenzio...una meraviglia.
Nel giardino arricchito da diversi alberi da frutta, prugno, albicocco, gelso e fico, hanno costruito un forno a legna ed un barbecue: quindi si è dato il via ad una sfilata di pizze e di pagnottelle buonissime !!! Robert col cuginetto Joon non sono stati fermi un attimo correndo e rotolando nell'erba come i bambini dovrebbero sempre poter fare: meno male che è stata inventata la doccia :))... i bambini più grandi si sono divertiti con le "finte orecchie di maiale" completamente vegane regalate ai Maya e Nicki i due bellissimi bullmastiff che completano la bella famiglia !!
...ed io? mi sono goduta un bel week end di riposo dai fornelli...beh, ogni tanto ci vuole no?

martedì 10 maggio 2011

IL FRUTTO ...IMMATURO :)


Con l'inoltrarsi della primavera cominciano a fare capolino sui banchi del mercato le zucchine "vere", ossia quelle che non arrivano dalle coltivazioni in serra. Tra poche settimane gli orti cominceranno a sommergere i loro amorevoli coltivatori e le relative famiglie, amici, amici degli amici, insomma...dopo un po' non se ne può più delle zucchine che, oltretutto, se non vengono raccolte appena pronte, entro una notte si trasformano in enormi creature verdi :)))
Composta per il 95% circa di acqua è il frutto raccolto immaturo della "cucurbita pepo", a basso contenuto calorico ma ricco di vitamina A e C, è utilizzata ampiamente in cucina perchè veloce da pulire, lavare e preparare.....
al posto della solita versione trifolata in padella, vi propongo una ricettina alternativa e gustosa trovata chissà dove ma provata e promossa a pieni voti !!!!!

FRITTATA DI ZUCCHINE E BASTA !

600 gr. di zucchine
farina 0
Olio evo
prezzemolo, maggiorana
sale

  1. lavare e mondare le zucchine, poi tagliarle a fettine sottilissime per la lunghezza, aiutandosi con una mandolina. Passarle velocemente nella farina insaporita con la maggiorana, scuotendole per eliminare l’eccesso.
  2. Fare scaldare 3 C di olio evo in un padella antiaderente e versarvi uno strato di zucchine alto 2 cm. stendendole con garbo.
  3. Coprire la padella e fare friggere la frittata su fuoco moderato, poi girarla capovolgendola con l'aiuto di un piatto e friggerla anche sull’altro lato, finché sarà dorata uniformemente.
  4. Salarlo leggermente , cospargere con prezzemolo tritato e servirla tiepida a piacere con dello yogurt di soia emulsionato con sale, pepe e menta fresca spezzettata.

RICETTE TRA I TETTI DI MILANO







Giovedì sera sono stata alla presentazione del secondo libro di Marco Bianchi "le ricette dei magnifici 20".
L'evento è stato organizzato presso l'Open Care dei "Frigoriferi Milanesi" ... serata piacevole ed interessante allietata anche da un buon rinfresco accompagnato da chiacchere e risate scambiate con Nives e conversazioni allegre con Simone Salvini e Pietro Leemann....insomma: ogni tanto ci vuole qualche ora per sè stessi no ?
Il libro è, come il precedente, scorrevole e ricco di ricette accompagnate dai commenti dell'autore sia con cenni circa le composizioni nutrizionali delle pietanze che con commenti personali di vita quotidiana......non c'è due senza tre caro Marco? Grazie ancora per l'invito, e auguri per questo incredibile successo e per i prossimi futuri :))

giovedì 5 maggio 2011

SOR...RISI ROSE'


Chicchi, risi e risotti: questo è il cibo che mangerei ad ogni pasto già normalmente, ma dopo dieci giorni di ritiro dove hanno servito sì pasti vegetariani, ma distanti anni luce dalla tipologia di cucina che uso a casa mia, sento ancor di più la necessità di cereali in chicco ed integrali....per questo sto postando alcuni dei risotti che preferiamo nella nostra famiglia :)
Mantenendo il filone riso/frutta, oggi publico la ricetta del

RISOTTO AL POMPELMO

320 gr. di riso semintegrale bio
1 cipolla media
brodo vegetale q.b.
4 C di olio extravergine di oliva
sale e pepe q.b.
1/2 bicchiere di vino bianco
1 pompelmo rosé
una manciata di prezzemolo fresco
  1. Mondare e tritare finemente la cipolla, metterla in un tegame largo e basso assieme a 3 C di olio e un pizzico di sale, sistemare su fiamma moderata e lasciare rosolare finché diventerà traslucida.
  2. Risciacquare il riso sotto acqua corrente, scolarlo poi unirlo al soffritto nel tegame. Pizzico di sale e, mescolando con un cucchiao di legno, lasciare tostare qualche minuto.
  3. Sfumare con il vino bianco, lasciare evaporare, poi aggiungere il succo di pompelmo filtrato dalla polpa, fare assorbire proseguire portando a cottura il riso, unendo brodo vegetale poco alla volta e mescolando frequentemente. regolare di sale.
  4. A cottura raggiunta (dovrà essere all'onda come tutti i risotti), spegnere, mantecare con 1 C di olio, una macinata di pepe e con il prezzemolo tritato grossolanamente. Coprire e lasciare riposare per 5 minuti.
  5. Servire caldo e vedrete che successo :))

mercoledì 4 maggio 2011

"LA ROSSA"....





La batata rossa è uno dei tuberi più "nuovi" per noi, che si cominciano a trovare anche sui banchi del nostro mercato, soprattutto nell'ambiente del biologico. E' della tipologia della più conosciuta patata americana, ma trovo che sia più deliziosa e molto interessante a livello nutrizionale, senza dimenticarne il colore allegro e simile alla zucca.
Ricca di sali minerali quali potassio, ferro, fosforo, calcio, magnesio non dimentica anche di fornirci vitamina A e C; contiene antociani e flavonoidi con conseguenti poteri lenitivi, antiossidanti ed emollienti; stanno anche studiandone gli effetti regolatori sulla glicemia basale, l'ipertensione e l'anemia....spazzoliamola bene sotto acqua corrente e consumiamola con la sua buccia dove si trova la maggior quantità dei suoi pregi.
Con l'ultima rimasta, ieri ho preparato uno sfiziosissimo e veloce rosti !!

ROSTI DI BATATA ROSSA


1 batata rossa lavata e spazzolata
sale q.b.

3 C di olio extravergine di oliva

1 cipolla affettata sottilmente

1 c di erbe aromatiche a piacere

  1. Grattugiare con i fori più grandi la batata. Condirla con le erbe e il sale e lasciarla riposare qualche minuto.
  2. Nel frattempo versare l'olio in un tegame, scaldarlo e aggiungere la cipolla. Condire con un pizzico di sale e lasciare rosolare finché diventerà dorata.
  3. Mescolare la cipolla scolata dal condimento, nella batata grattugiata, poi versare il tutto nella stessa padella; compattare schiacciando con una spatola ottenendo la forma di un tortino.
  4. Coprire e lasciare cuocere a fuoco basso per 10 minuti circa.
  5. Con l'aiuto di un coperchio piatto, girare il rosti sull'altro lato e proseguire la cottura per altri 5 minuti.
  6. Spegnere e servire tiepido o a temperatura ambiente, spezzettandolo in modo irregolare.
  7. E' possibile ottenere anche dei piccoli rosti suddividendo nella padella dei mucchiettini singoli.

IL PISCIALLETTO :)



Questo è il periodo ideale per le erbaiole sfegatate come me......fin da piccola le erbe e i frutti selvatici mi hanno affascinato ed incantato...camminando per i sentieri di montagna o passeggiando nella campagna che accompagnava lo scorrere del fiume Po a Viadana, paese d'origine di mio padre, osservavo ed ascoltavo con attenzione chi, con saggezza e conoscenza antica, mi raccontava di tarassaco (o pìsacàn..alla milanese), di radicchio selvatico, di fichi, fragoline di bosco, mirtilli e quant'altro.
Nei giorni che ho trascorso a Boario ho approfittato dei momenti liberi per gironzolare alla ricerca di erbe spontanee, scoprendo luppolo, rafano, fiori d'arancio, tarassaco, fiori d'acacia e di sambuco...... tornando a casa, ho ammirato le decine di alberi carichi di fiori e... che peccato non poterli raccogliere; ma mi sono ripromessa di addentrarmi nei prossimi giorni lontano dalle strade principali e trafficate, per poter preparare con i frutti raccolti qualche frittellina di acacia e dello sciroppo di sambuco...vedremo.
L'altro giorno, invece, mi sono trovata a fare un po' di spesa presso l'Iper Portello di Milano e: sorpresa !!!!! Una parte di banco dedicata ad un "contadino" che ogni mattina consegna erbe aromatiche e spontanee da km. "31"...ho riempito il cestino con borragine, menta, basilico, erba cipollina, salvia gigante, tarassaco, finocchietto selvatico.....
Oggi vi parlerò del tarassaco che abbiamo mangiato crudo e condito con qualche goccia di acidulato di umeboshi e olio extra vergine di oliva.

Ricco di vitamine C, E, B1 e B2 e di sostanze ad azione enzimatica che stimolano l'attività di grandi ghiandole come reni e fegato, si rivela utile per stimolare il metabolismo cellulare generale. Diuretico (per questo il soprannome nel titolo), disintossicante, delicato lassativo, con effetto preventivo nella formazione di calcoli e utile in caso di reumatismi e artrosi, sconsigliato durante la gravidanza e in caso di assenza di cistifellea....... ma soprattutto gustoso da mangiare in primavera con il suo gusto leggermente amarognolo.
Nell'antichità si credeva che, indossare una collana fatta con pezzetti di radice, migliorasse il proprio stato di serenità e i rapporti sociali: e non avete mai usato il "soffione della sfioritura come strumento di veggenza? Esprimi un desiderio, soffi e, se non rimangono pelucchi sul bottone centrale, sarà realizzato :))

Si raccoglie in primavera quando è ancora tenere e si utilizzano le fogle crude o leggermente scottate, le radici che devono essere tagliate a pezzettini ed essicate (tostate al forno e macinate si usano per fare una bevande simile al caffé), i fiori (ricchi di vitamina C, A e K) per aromatizzare malto e miele e per fare marmellate, i loro boccioli per preparare dei curiosi "capperi" sott'aceto...
Allora? tutti per prati col coltellino ed il cestino? Ma mi raccomando: lontano da luoghi abitati, campi coltivati in maniera tradizionale (per i pesticidi che spruzzano su di essi) e strade ad alta densità di traffico :))

martedì 3 maggio 2011

SCAROLA IMBOTTITA ..." 'A SCAROLA 'MBUTTUNATA"


Il ricettario italiano regionale trabocca di preparazioni semplici e gustose che rallegrano, da sempre, la tavola popolana; ingredienti poveri e a chilometro 0, facili da reperire e che non incidessero eccessivamente sul bilancio economico familiare....così le massaie italiane hanno creato piatti che sono i pilastri ancora oggi della cucina italiana.
Uno di questi è la SCAROLA IMBOTTITA, preparazione sfiziosa e veloce che, in casa nostra, abbiamo adottato molto volentieri con le solite piccole modifiche personali :))

1 piede di scarola
2 manciate di olive nere
una manciata di capperi dissalati
pangrattato q.b. o farina di riso in caso di intolleranza al glutine
1 spicchio di aglio
1/2 cipolla media
sale
peperoncino in polvere
una manciata di pinoli tostati
una manciata di uvetta ammollata
2 filetti di acciughe (facoltativi)
oppure un pizzico di fiocchi di alghe nori
olio extravergine d'oliva q.b.

  1. Lavare la scarola senza dividere le foglie dal torsolo centrale, ma solo eliminando le foglie rovinate.
  2. Mettere l'insalata a scolare dall'acqua in eccesso.
  3. Nel frattempo tritare grossolanamente le olive assieme all'aglio (eliminandone il germoglio centrale), ai capperi, all'acciuga (se usata) e alla cipolla, poi versare il trito in una ciotola.
  4. Condire con qualche cucchiaio di olio, salare e aggiungere un pizzico di peperoncino, unire le uvette, i pinoli, le alghe nori se usate e pangrattato quanto basta per ottenere un composto con il quale verrà farcita l'insalata (ben aperta su un foglio di carta da forno e schiacciata leggermente), cospargendolo su tutta la superficie e tra le foglie.
  5. Aiutandosi con la carta, richiudere la scarola (a carciofo) e lagarla con del filo da cucina.
  6. Sistemarla in una teglia unta e cospargerla ancora con del pangrattato; irrorare a filo con qualche cucchiaio di olio extra vergine.
  7. Coprire con un coperchio o con dell'alluminio ed infornare a 170° per 15 minuti circa.
  8. Scoprire e rimettere in forno fino a dorare delicatamente la superficie per altri 15 minuti.
  9. Servire tiepida o a temperatura ambiente.