Non vi è nulla di più fugace che il cibo ... ma nella memoria il suo ricordo rimarrà immortale ...


sabato 2 gennaio 2016

DANDO A CESARE QUEL CHE E' DI CESARE ..... IL FRENCH TOAST

Di francese ha il nome ... di italiano ha la tipica arte di rendere godereccia, la semplicità del riciclo degli avanzi .... di anglosassone ha l'arricchimento con salse e frutta, sulla falsa riga dei pancakes...
Fatto sta, che il French Toast è una coccola da veri golosauri professionisti.... e io lo adoro.

Tracce di questa ricetta, si trovano nel "De re coquinaria" una raccolta di ricette di Marco Gavio Apicio, gastronomo e amante della cucina e di banchetti, al tempo dell'Antica Roma.
Qui si parla di pane raffermo, immerso in una miscela di latte e uova che veniva, successivamente, fritto nel grasso: il "pan dulcis", servito con miele sulle tavole più ricche.
Dall'antica Roma, si è diffuso in tutta Europa, con nomi e variazioni sul tema:
in Francia si chiama "Pain perdu" (letteralmente "pane perso") ma in origine veniva chiamato "Pane romano" :)
Il panificio Casa del fornaio a Pompei I secolo d.C. 
in Gran Bretagna si chiama "Eggy Bread o Gypsy Toast"
in Portogallo e Brasile le "Rabanadas" è un tipico dolce servito al pranzo di Natale
"Torrijas" dolce tipico della Pasqua spagnola, con la variante che il pane viene bagnato anche nel vino rosso
in Sri Lanka e Birmania lo chiamano "Bombay Toast"
e, anche in Italia, ha sviluppato varianti indiscusse come nel caso della "Mozzarella in Carrozza" ....


Col passare dei secoli, le fette di pane integrale e rustiche, sono state rimpiazzate da pane sempre più "raffinato", non solo per l'utilizzo di farine setacciate ma perché più richiesto e apprezzato da palati "fini", perdendo un po' le sue origine nobili di "cibo da recupero" e diventando un dolce più "Gourmet".

Il mio cenone di fine anno è stato concepito sulle caratteristiche del goloso, semplice & veloce ... quale tema più appropriato se non quello del "Toast & Co" ?

Il dessert è stato questo coccoloso 
FRENCH TOAST al CIOCCOLATO

16 fette di pane secco o raffermo, ovviamente, da riciclo :)
per la pastella
300 g di yogurt di soia
150 g di latte di soia
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
1 cucchiaino di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di sale fino 
1/4 di cucchiaino di curcuma
4 Cucchiai di sciroppo d'acero 
olio di girasole o arachidi, per friggere 
per servire:
200 g di mirtilli freschi
1 banana 
200 g di cioccolato fondente
sciroppo d'acero o di riso
  1. Preparare la pastella, sbattendo in una ciotola larga, gli ingredienti; dovrà avere una consistenza vellutata, non troppo liquida, quindi aggiungere il latte poco alla volta.
  2. Immergere le fette di pane nella pastella, lasciandole riposare qualche minuto, in base alla durezza delle stesse; dovranno essere morbide ma senza spappolarsi.
  3. Scaldare poco olio in una padella bassa, dal fondo pesante e antiaderente e rosolare le fette di pane impastellate, un paio di minuti per lato o, fino a quando, saranno dorate.
  4. Sistemarle su un vassoio e tenerle al caldo fino a terminare gli ingredienti.
  5. Nel frattempo sciogliere il cioccolato in una piccola casseruola, aggiungendo circa 80 g di acqua: la salsa dovrà essere morbida e vellutata.
  6. Lavare i mirtilli, scolarli e tagliare la banana a fettine alte circa mezzo centimetro.
  7. Comporre il dessert, alternando quattro fette di pane a testa, con fettine di banana, mirtilli (tenendone a parte qualcuno per la decorazione) e salsa di cioccolato che dovrà concludere le torrette, cospargendone la fetta finale in cima al dolce.
  8. Decorare con mirtilli sparsi qua e là e qualche goccia di sciroppo d'acero o di riso.

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