Non vi è nulla di più fugace che il cibo ... ma nella memoria il suo ricordo rimarrà immortale ...


lunedì 26 maggio 2014

BRACCIO DI FERRO .... DOLCE OSPITE A TAVOLA ....

Popeye, alias Braccio di Ferro, ne è testimonial da una vita ..... nei Paesi Mediorientali erano definiti Principe degli ortaggi; sto parlando degli spinaci, piccole foglioline dal colore verde intenso, ricchissime di sali minerali, vitamina C, acido folico (o meglio, folati che si trasformano poi nell'intestino in acido folico), nutrienti e caratteristiche antianemiche.

Nel tempo, però, gli studi scientifici hanno riscontrato anche la presenza di una sostanza antinutriente che provoca un rallentamento circa l'assorbimento di queste interessanti caratteristiche nutrizionali: l'acido ossalico.
Questi ossalati, una volta arrivati nell'intestino, si "attaccano" a molecole come, per esempio, gli ioni metallici del calcio, interferendo così nell'assorbimento dei vari nutrienti.

Un'accortezza per limitare questo problema e aumentarne la biodisponibilità di ferro, è quella di consumarli spruzzandoli sempre con del succo di limone .... come facevano, d'altronde, i nostri nonni ;)
Altro consiglio è di consumarli, almeno parzialmente, crudi per mantenerne intatte le caratteristiche nutrizionali, aggiungendoli a insalate e altre pietanze oppure a centrifugati e frullati freschi (ottima modalità per migliorare l'aspetto della pelle).
Abbinati a una bella manciata di mandorle bianche frullate, diventano una vera sferzata di energia in momenti di stanchezza.
Sono da usare con parsimonia in caso di  calcoli renali e problemi reumatici ma inabbondanza in caso di costipazione e debolezza di stomaco: aiuta a eliminare le tossine nel colon e protegge le mucose gastriche.

In cucina: gli spinaci non vanno lessati in acqua bollente come si usa per altri tipi di foglie verdi .... una volta lavati accuratamente per eliminarne la presenza di terriccio, si lasciano scolare per bene e si cuociono direttamente in un tegame con, sul fondo, un pizzico di sale grosso e coperti .... meno di un minuto e saranno appassiti e ridotti più della metà :D

Ma veniamo alla ricetta ..... una versione di pancakes colorata e nutriente per una gustosa colazione del mattino o un fine pasto goloso e colorato !!!!

PANCAKES AGLI SPINACI
per circa15 pancakes medi

120 g di farina semintegrale
1 c di lievito per dolci in polvere, bio
230 ml. di latte di soia o avena
1 grossa pera matura
2 C di sciroppo o malto di riso
2,5 T di spinaci crudi lavati e asciugati

Per servire:
130 g di yogurt di soia naturale
sciroppo d'acero, malto o sciroppo di riso q.b.
1/2 T di pistacchi pelati e tritati grossolanamente
70 gr. di cioccolato fondente min. 70% a pezzetti
1 T di lamponi freschi
1 T di more fresche
salsa di cioccolato fuso (facoltativa)
  1. Versare gli ingredienti per la pastella in un frullatore o mixer e frullare fino a ottenre una pastella morbida ma non troppo liquida.
  2. Lasciare riposare per 15 minuti.
  3. Scaldare bene una padella antiaderente dai bordi molto bassi (tipo quella per le crepes).
  4. Distribuire a cucchiaiate il composto, lasciando cuocere le frittelle su fiamma medio bassa, circa due minuti per parte: ci si regola quando sulla superficie della pastella morbida, si formeranno tante bollicine o buchini; a questo punto si gira la frittella e si lascia cuocere ancora un paio di minuti sull'altro lato.
  5. Servire decorando o accompagnando con lo yogurt dolcificato a piacere e gli altri ingredienti a disposizione. 

lunedì 19 maggio 2014

CEREALI .... SOTTO COPERTURA ...

Il mondo vegetale è una grande famiglia e, come tutte le famiglie, i componenti posseggono infinite variabilità nelle caratteristiche nutrizionali che continuano a stupirmi ogni giorno con qualche scoperta interessante tra le pentole.

Come è stato quando, ormai diversi anni fa, ho conosciuto la quinoa.
Uno pseudo-cereale (perchè botanicamente è un seme appartenente alla famiglia degli spinaci) che, con le sue proprietà nutrizionali, ha supportato egregiamente l'alimentazione delle popolazioni indigene sudamericane, sfamandole da migliaia di anni .... gli inca la chiamavano chisiya mama che, tradotto dal quechua significa "madre di tutti i semi". 
Poi, come spesso accade, i coloni europei fecero in modo di abolirne la coltivazione (per motivi religiosi legati al simbolismo del grano della religione cristiana che entrava in conflitto con quella indigieno della quinoa) fino a quando, recentemente, è nuovamente tornata soto i riflettori, soprattutto grazie alla principale caratteristica di essere priva di glutine in natura, così da renderla un prezioso alleato in cucina per celiaci e intolleranti.
Altra importante caratteristiche è che si tratta di un alimento ricco di proteine, di ferro e calcio di buon livello come valore biologico assorbibile ed è anche povera di grassi .... un'abbondante percnetuale di fibre favorisce il transito intestinale e crea un senso di sazietà: così, mangiandone la metà del peso per una porzine rispetto a un cereale tradizionale, assumiamo la metà delle calorie :D

Il suo gusto di base è l'amaro, legata alla stagione estiva e, principalmente, al cuore così, utilizzandola costantemente in questa stagione, lo rafforza e tonifica.

A livello gastronomico è versatile e gustosa, leggera e nutriente e si presta a preparazioni che vanno dal pane (in versione farina) al dolce.
per la cottura in generale versare in una pentola dal fondo pesante, una parte di quinoa risciacquata e scolata con due parti di liquido .... un pizzico di sale, portare a bollore poi abbassare, coprire e lasciare cuocere per 15 minuti circa: il liquido sarà assorbito e sulla superficie si formeranno dei buchi (camini).
Si leva dal fornello e si lascia riposare per almeno 10 minuti senza mescolarla; così facendo rimarrà sgranata e ben gonfia.
 
Ottima come base per tortini, sformati e polpette, nelle insalate, secondo me, dà il suo meglio .... non dimenticatevi una spruzzatina di succo di limone: esalterà al massimo la sua freschezza !!!

INSALATA DI QUINOA & UVETTA

2 T di quinoa cotta
3/4 T di prezzemolo fresco tritato grossolanamente
1/4 T di uvetta sultanina lavata e scolata
1/4 T di gherigli di noci spezzettate 
1/8 T di cipolla rossa affettata sottilmente, lavata e scolata
1/4 T di basilico fresco spezzettato
5 foglie di menta fresca spezzettata

Per il condimento:
2 C di olio extravergine di oliva
2 C di succo di limone 
1 C di aceto di mele o di riso
1 C di acidulato di umeboshi
1/4 c di pepe nero macinato
1 pizzico di noce moscata
1 pizz. di pimento
  1. Versare la quinoa raffreddata, in una ciotola.
  2. Unire le erbe, la cipolla, l'uvetta e le noci e mescolare.
  3. Miscelare gli ingredienti per il condimento, versandoli in un vasetto di vetro chiuso e sbattendolo con energia, poi condirvi l'insalata, mescolare velocemente e servire dopo aver lasciato in frigorifero per 15 minuti circa.

domenica 18 maggio 2014

UN NUOVO VIAGGIO ALL'ORIZZONTE ....... TRA LE NUVOLE ...

Solo un appunto in bacheca veloce ..... finalmente la mia dolce metà parte con i suoi seminari .... e io ci sarò ..... tra un'uscita dal corpo e .... le rientrate per coffee break e pause pranzo .... di cucina naturale ;)
 
Il corso sarà tenuto da Davide Rozzoni - Outreach Facilitator del Monroe Institute nei giorni

7 e 8 GIUGNO 2014 A MILANO DALLE 9,00 ALLE 18,00

 


L’Excursion Workshop è un corso esperienziale intensivo di due giorni, progettato per fornire un’esplorazione profonda di diverse dimensioni della coscienza umana utilizzando la tecnologia Hemi Sync . Questo workshop ti condurrà in un affascinante viaggio nel tuo mondo interiore, un viaggio alla scoperta di Sé. Imparerai ad accedere a condizioni di sincronizzazione degli emisferi cerebrali, a connetterti con le tue risorse interiori, con il tuo potenziale illimitato. Potrai comunicare con altri sistemi energetici e imparerai ad accedere a nuove energie e capacità, per poterle poi applicare nella vita quotidiana, diventando più centrato e acquisendo più efficacia in tutto ciò che fai.

Farai esperienze di:
- rilassamento profondo
- viaggi nelle proprie dimensioni interiori
- lavori di guarigione emozionale
- aumento dell’energia e del potere personale
- aumento della creatività e dell’intuizione
- accesso e utilizzo a nuove tecniche di problem solving
- accesso alla saggezza dell’inconscio
- sviluppo della percezione del Sé Superiore
- riduzione dello stress e miglioramento della qualità del sonno
- percezione diretta di altri sistemi di energia e di energie superiori.



Il seminario si terrà a Milano presso Ananda Ashram - via Prandina 11

Per approfondimenti:
http://www.monroeinstitute.it/corsi/excursion-workshop/

Per iscriversi:
http://www.monroeinstitute.it/event/ew-mi-01/

oppure
daviderozzoni2014@gmail.com

venerdì 16 maggio 2014

IL SAPORE DELLA VITA ...

Ci sono davvero molte cose che danno sapore alla vita .... ma oggi vorrei parlare del sale; sono diversi giorni che mi frulla in mente questo argomento, così ho deciso di dedicargli un post.
Alimento prezioso fin dall'antichità, dove veniva usato come moneta di scambio e come pagamento dei legionari (da qui la parola "salario" che si utilizza ancora adesso), ha rivoluzionato la "cultura gastronomica" fin dai tempi antichi.
Partiamo dalla base che il sale non serve solamente per dare sapore alle nostre pietanze, ma è necessario per il buon andamento del nostro organismo.
Il suo nome scientifico è Cloruro di sodio; questi due elementi (cloruro e sodio) aiutano la regolazione della pressione sanguigna, l'equilibrio dei liquidi nelle cellule favorendo la funzionalità della nostra mente, del sistema muscolare e nervoso.
Il sodio è parente stretto del potassio, anzi diciamo che sono amici intimi .... perchè la loro collaborazione è assolutamente importante così come, dalle semplici e basilari notizie che vi ho dato, si può facilmente capire quanto sia altrettanto importante la scelta del sale !
Adesso è il momento clou di questo ingrediente prezioso e affascinante ... colori, nomi, consistenza e forme ci incuriosiscono a partire dai banchi dei mercatini fino a quelli della Grande Distribuzione.
Così mi piace acquistare, provare e conoscere questi nuovi "sali" ... naturalmente vi parlerò solo di quelli che ho "testato" personalmente ...
Mettiamo subito in chiaro una cosa: il sale da cucina che si trova normalmente in commercio è da me definito "salaccio" :))
E' un sale raffinato fino a eliminare gli altri sali minerali e oligoelementi, concentrando così la sola quantità di sodio; al contrario viene arricchito di silicati e carbonati per evitare la formazione di grumi derivante dalla presenza dell'umidità ..... ma poiché mi piace trovare sempre qualcosa di positivo in ogni situazione, vi dirò che è ottimo come sale per la lavastoglie: consiglio dato da un tecnico addetto :DD
Cominciamo con l'elenco, citando il mio sostituto principale al salaccio:

IL MOTHIA INTEGRALE
Perchè lo metto al primo posto? Perchè è prodotto nelle saline che per circa 30 km., vanno da Trapani a Marsala offrendo (così mi hanno raccontato) uno spettacolo suggestivo tra vasche e mulini antichi e quindi profuma di Terra nostra :)); viene raccolto ancora a mano con un metodo tramandato dai tempi dei Fenici ed è ricco di calcio, sodio, potassio, iodio, fluoro; lo si può acquistare nei negozi di alimentazione naturale e il costo si aggira al massimo sull'euro. Ottimo per la cucina quotidiana.

LE FLEUR DE SEL DELLA CAMARGUE
 ... raccolto anch'esso a mano e definito "il caviale del sale" per la sua ricercatezza, si presenta a grana leggermente più grossa, dalla consistenza croccante e dal sapore delicato.  Ottimo per condire le pietanze, dando un'energia che richiama l'acqua del mare con le sue maree naturali e l'aria del vento che ne favorisce l'evaporazione. E' ricco di oligoelementi ma iposodico. Lo si può acquistare anche presso alcuni grossi supermercati come ad esempio l' Esselunga.
Come fior di sale si intende in generale un sale integrale e senza additivi.

SALE ROSA DELL'HIMALAYA
La prima grande differenza tra i prodotti finora elencati e questo sta nel luogo di produzione.
I primi due sono sali marini che quindi vengono caratterizzati da energia e proprietà nutrizionali provenienti dal mare, mentre questo viene estratto dalle miniere dell'Himalaya e quindi ha caratteristiche energetiche e di composizione legati alla terra, ma non solo, perchè in effetti si tratta di un sale marino fossile e, di conseguenza, non del tutto privo di energia acqua...insomma, un sale davvero, davvero interessante :))
Ricco di oligoelementi quali calcio, potassio, zinco, rame (fino ad arrivare ad 84 componenti),  il caratteristico colore che va da un rosa tenue  a un quasi arancio, è dovuto alla presenza di abbondante ferro; la consistenza è fine e "setosa" e il gusto è di un salato, come dire, con una "vibrazione" più bassa ...
Viene utilizzato anche nella medicina per le sue caratteristiche terapeutiche nella cura delle vie respiratorie.
Lo si può acquistare presso i negozi di alimentazione naturale e in alcuni supermercati ad un prezzo che si aggira sui 5-6 euro al chilo.

SALGEMMA HALITE DELL'HIMALAYA
Definito il diamante del sale per la sua conformazione che si presenta sotto forma di grossi cristalli trasparenti simili al quarzo ialino, si estrae da antichi sedimenti ai piedi dei Monti Himalayani.
E' un sale cristallino la cui formazione è avvenuta nel corso di circa 250 milioni di anni .... puro e naturale, viene estratto e lavorato completamente a mano. Nel passato era chiamato anche il sale dei Re perchè era riservato alla nobiltà.
E' ricco di sali minerali e oligoelementi che vengono direttamente messi a disposizione del sistema cellulare, grazie alla sua struttura antica che risulta essere elettrica e non molecolare; per questo motivo, assieme a quello rosa, non creano ritenzione idrica.
E' di un "salato" delicato e che aggiunto alle pietanze riesce a evidenziarne i sapori senza coprirne il gusto di base.
Io l'ho trovato all' Iper grande I e il costo è davvero più alto degli altri, circa 5 euro al kg.ma questo è dovuto alla lavorazione che richiede lo spostamento di salgemma 100 volte maggiore al normale.. vero è che non lo si utilizza come sale quotidiano ma per esaltare piatti particolarmente profumati e delicati e sempre in piccole dosi.

SALE AFFUMICATO DELLA DANIMARCA
E' un sale marino raccolto sulle coste della Danimarca e che subisce un trattamento di affumicatura, utilizzando una tecnica tramandata dai Vichinghi e usando legno di quercia e di olmo rosso.
Ottimo per conferire alle pietanze un leggero profumo di affumicatura.
Lo si trova piuttosto facilmente negli scaffali dei grandi supermercati (ad es. presso la Coop) e con un prezzo abbordabile.

FLEUR DE SEL .... O MEGLIO FIOR DI SALE DI SARDEGNA
Ecco una nuova entry di questo post .. un fior di sale che vale la pena di far conoscere.
L'ho trovato alla Fiera dell'artigianato di dicembre 2013.
Il proprietario delle Saline Conti Vecchi è una persona davvero piena di passione per quello che fa e mi ha raccontato tutto il procedimento per la raccolta di questa cristallizzazione del sale che, durante un particolare momento della giornata, per effetto del mare, del vento e del sole, affiora sulla superficie dell'acqua come una brina di primavera .... e che i maestri salinai raccolgono completamente a mano e velocemente... trascorso un breve lasso di tempo, questa brina precipita nuovamente e ritorna a essere sale comune.
Ne risulta un prodotto dai cristalli sfiocchettati, dalle qualità organolettiche eccellenti e uniche che vanno a esaltare le pietanze senza coprirne il gusto.
Insomma un prodotto che mi ha entusiasmato ....anche perchè è targato italiano :D
Lo si trova sia in versione naturale che con varie aromatizzazioni, tutte sempre naturali, come la versione con le olive ... provatelo su una fetta di pane tostato e con un giro di olio .... come mangiare pane e olive !!!!
Ho visto che lo si può ordinare su internet al sito www.gourmetsardegna.it .... il costo è superiore al sale tradizionale, ma stiamo parlando di un condimento e non di un sale da utilizzare per l'acqua della pasta ;)
Unico problema .... quale scelgo?

Nonostante un buon sale sia un ingrediente base per il benessere del nostro organismo, l'eccesso può danneggiarlo.
Impariamo ad utilizzarlo per la maggior parte in cottura e a piccole dosi, abbinandolo a erbe aromatiche fresche ed essiccate che ci aiutano a insaporire i nostri piatti senza incappare nell'eccesso.
Il sale deve esaltare i sapori e non coprirli, un pizzico per ogni ingrediente aggiunto e voilà .... c'est tout !!!

venerdì 9 maggio 2014

DOLCE .... CREMOSO .... SALUTARE ..... FAVE, PISELLI & CAROTE IN SALSA DI CURCUMA

Ci sono verdure che hanno .... vita breve, e che non trovi tutto l'anno sui banchi dei mercati: fave e piselli freschi; per questo ne faccio sempre una buona scorta che conservo, per i mesi successivi, nel congelatore. 
Due legumi dalle caratteristiche nutrizionali interessanti e dai sapori freschi e differenti: pisellini dolci e fave dolci sì, ma con un richiamo all'amarognolo.

Le fave sono ricche di ferro, potassio, rame, selenio e magnesio, ma anche di vitamina C (se mangiate crude); le foglie essiccate sono utilizzate per stimolare la diuresi.
Questo interessante legume è composto, in versione fresca, dal 5% di proteine mentre, essiccata, passa al 21%..... da ricordare che, in soggetti sensibili e predisposti, soprattutto nella versione cruda, possono causare reazioni allergiche (favismo) e che possono interferire con alcuni medicinali.
Dopo averle estratte dal baccello, si puliscono dal tegumento esterno, incidendone con le unghie la superficie ed eliminandone la singola pellicina.
I piselli sono anch'essi ricchi di magnesio, potassio e vitamina C, contengono anche del ferro, in minor quantità rispetto ad altri legumi, calcio, un'alta percentuale di acqua e sono una miniera di acido folico; l'abbondante apporto di fibre contenute nei piselli, stimolano l'intestino in caso di stipsi.
Hanno proprietà toniche, diuretiche e rimineralizzanti e sembra (come tutti i legumi) che aiutino a regolare il colesterolo alto nel sangue.
Meglio consumarli cotti, perchè da crudi contengono elementi antidigestivi .... sconsigliati anche per chi soffre di gotta.

Con i baccelli si prepara un brodo ricco di sali minerali .... si porta a bollore acqua abbondante con un pizzico di sale e i baccelli scartati e lavati, si fanno cuocere per circa 25 minuti, poi si passano le verdure per eliminarne la parte filamentosa: si lascia raffreddare e si conserva in frigorifero per 4-5 giorni; ottimo come delicato brodo vegetale base.
Anche in questo caso, la percentuale proteica è superiore nella versione essiccata: 21,7 % contro i 5,5 del prodotto crudo .... per questo è bene sapere che questi legumi, in versione fresca, nutrizionalmente parlando, sono più simili alle verdure che ai legumi .... anche le calorie sono differenti: nella versione essiccata aumentano ;)

Ma veniamo alla ricetta di oggi ..... semplice e delicata come gli ingredienti che la compongono con l'aggiunta di un terzo ingrediente interessante: la curcuma.
Ottima "droga" che viene tenuta in considerazione in primis per la sua caratteristica principalmente conosciuta di "colorante alimentare" ...
non tutti sanno però che ha proprietà che migliorano le funzionalità del fegato, contribuisce a regolare il colesterolo e facilita la digestione dei grassi ..... ottimo antiossidante, antinfiammatorio e antivirale, è scientificamente in fase di sperimentazione per la ricerca di cure per alcune malattie degenerative importanti .... controindicazione: da non usarsi in eccesso in caso di presenza di calcoli biliari.

FAVE PISELLI & CAROTE IN SALSA DI CURCUMA 



1 T di piselli freschi sgusciati
1 T di fave fresche sgusciate
1/2 T di carote a dadini
1 scalogno
1 cipolla fresca
3-4 C di panna di soia o di yogurt di soia naturale
1 c di curcuma in polvere
1 C di olio extravergine di oliva
sale e pepe q.b.
4 bacche di ginepro leggermente schiacciate
qualche foglia di basilico fresco
2 foglie di menta fresca
1 rametto di timo fresco
  1. Scottare in acqua bollente leggermente salata, piselli e fave; scolarli e metterli da parte.
  2. Mondare e tagliare a dadini scalogno, carota e cipolla, versarli in un tegame, unire l'olio, un pizzico di sale, le bacche di ginepro, il rametto di timo fresco, 2 cucchiai di acqua, coprire e cuocere a fiamma vivace per 5 minuti, aggiungendo poca acqua se necessario.
  3. Nel frattempo mescolare in una tazza la panna e la curcuma, aggiungere un pizzico di sale e di pepe e allungare la salsa con unpaio di cucchiai di acqua.
  4. Unire alle verdure nel tegame, fave e piselli, regolare di sale e pepe e cuocere per un paio di minuti sempre a fiamma vivace, mescolando.
  5. Aggiungere la salsa alla curcuma e mescolare, unire il basilico a striscioline e la menta spezzettata, regolare il sapore del piatto a piacere e cuocere su fiamma bassa per 3 minuti.
  6. Eliminare il rametto di timo, le bacche di ginepro e servire caldo o tiepido.
  7. Può essere trasformato in un ottimo condimento per cereali in chicchi & pasta, oppure arricchito con tofu affumicato a pezzetti, per diventare una gustosa pietanza .... con l'aggiunta di riso integrale basmati un perfetto piatto unico !!!

lunedì 5 maggio 2014

A PROPOSITO DI .... SAPORI .... UN AMARO VINCENTE !!!

Tra i sapori, l'amaro è quello che meno amo o meglio, che amo a seconda di come viene abbinato nelle pietanze .... 
E' un gusto importante nella cucina naturale, legato alla stagione estiva e stimola l'energia fuoco e, di conseguenza, cuore, intestino tenue, colorito del viso, sangue ....
Come sempre vale la regola del poco ed equilibrato, dato che anche l'eccesso di amaro può sovraccaricare il cuore di energia e indebolire i polmoni e la pelle, nonché aumentare in modo eccessivo l'energia anche allo stomaco, disperdendo quella di reni e ossa .... 
Ma tornando al sapore in cucina, in questa ricetta l'ho abbinato a un impasto a base di semola (dolce) abbinandola allo zafferano che è aromatico e con un delicato sapore sempre amaro .... farcita con radicchio rosso dal forte accento amaro e una ricottina di anacardi che lo smorza .... "So good" !!!!!


 SCHIACCIATA DI SEMOLA ALLO ZAFFERANO CON RADICCHIO ROSSO 
& RICOTTA DI ANACARDI

1,5 T di farina rimacinata di grano duro
1/2 T di farina integrale
1 c di lievito di birra disidratato o 7 gr. di fresco
1 c di lievito madre disidratato (facoltativo)
1 T circa di acqua 
1 c di malto di riso
8 gr. di sale fino
1 bustina di zafferano in polvere
1 C di olio extravergine di oliva

fleur de sel e olio e.v.o. per condire
origano e pepe macinato q.b.
1 radicchio rosso lungo, non troppo grosso
1 T di anacardi pelati e ammollati per 8 ore 
2 c di yogurt di soia naturale 
Versare in una ciotola le farine, il sale, il lievito madre in polvere e mescolare.
  1. In una ciotola piccola, sciogliere il lievito scelto, unire il malto, lo zafferano, l'olio, mescolare e versarlo nelle farine mescolando con un cucchiaio di legno finché il liquido verrà assorbito, poi impastare con le mani fino a ottenere un impasto elastico e non appiccicoso; se necessario aggiungere poca acqua.
  2. Lasciare lievitare in una ciotola per 8 ore , coprendo con pellicola trasparente.
  3. Nel frattempo scolare gli anacardi e frullarli con poca acqua, un pizzico di sale e lo yogurt fino a ottenere un composto cremoso ma non troppo liscio.
  4. Scaldare il forno a 200° e foderare una teglia bassa con carta forno.
  5. Riprendere l'impasto e suddividerlo in 4 palline; stenderle con le mani unte formando delle focaccette ovali con uno spessore di circa 7 mm. e sistemarle sulla teglia foderata; schiacciarle leggermente con la punta delle dita (con i polpastrelli e non le unghie :D ), spennellarle con poco olio e cospargerle con un pizzico di fleur de sel.
  6. Tagliare verticalmente il radicchio in 4 pezzi, distribuirlo sulle schiacciate, premendo leggermente per farlo affondare nell'impasto, aggiungere qua e là la ricottina di anacardi con un cucchiaino, cospargere con un pizzico di fleur de sel, origano e pepe macinato e irrorare piuttosto generosamente con olio extravergine di oliva.
  7. Infornare per 15 - 20 minuti, finché la focaccia diventerà dorata e croccante e servire calda o a temperatura ambiente.
PS: la ricottina di anacardi può essere preparata il giorno precedente e lasciata fermentare in un vaso di vetro, a temperatura ambiente, per 24 ore.

martedì 15 aprile 2014

TRADIZIONI ... GHIOTTE

Cucinare piatti gustosi diventa molto semplice 
quando ci si ispira alla tradizione ... la cucina italiana è ricca di pietanze che diventa facile trasformare in versione vegetale.
Persino un piatto siciliano a base di pesce spada, trova la sua golosità utilizzando il tofu .... ecco qua la solita ricettina semplice semplice .... ma .... ghiotta ghiotta


TOFU ALLA GHIOTTA

400 gr. Di tofu naturale 
Olio extravergine di oliva q.b. + 30 gr.
2 C di capperi piccoli dissalati
1 cipolla media 
2 C di tamari 
1 costa di sedano con le foglie
Una manciata di olive verdi denocciolate
80 gr. Di vino bianco secco
300 gr. Di passata di pomodoro grossolana
Sale e pepe q.b.
1 C abbondante di alghe wakame ammollate e tritate
  1. Tagliare a fette il tofu,con uno spessore di 1/2 cm.
  2. Spennellarle con tamari e olio e sistemarle in un cestello per cotture a vapore.
  3. Versare in un tegame che abbia lo stesso diametro del cestello, un trito ottenuto  con cipolla e sedano, aggiungere l'olio, un pizzico di sale e rosolare per 3 minuti, poi aggiungere i capperi dissalati e le olive.
  4. Unire il vino e cuocere per 3 minuti, mescolando.
  5. Aggiungere la passata di pomodoro, le alghe tritate, salare e pepare a piacere, mescolare e spalmare le fette di tofu con un paio di cucchiai del condimento, poi sistemare il cestello sopra il tegame,coprire con un coperchio e cuocere per 15 minuti.
  6. Servire le fette di tofu coprendole con la salsa ghiotta e spolverando con prezzemolo fresco tritato.

lunedì 17 marzo 2014

UNO SHORT SULLA PUNTA DELLE DITA .... SHORTBREAD FINGERS AL BURRO DI ARACHIDI

Mi piacciono molto, rettangolari, a spicchi, rotondi .... sono gli shortbread, tipici biscotti di origine scozzese che, nella loro semplicità, arricchiscono gli appuntamento del tè delle cinque e rallegrano la colazione del mattino.
Stiamo parlando di ricette che, nella cucina tradizionale, risultano ricchissime di burro ma nella mia cucina naturale questa volta ho utlizzato il burro di arachidi .... gustosa variazione statunitense che li rende friabili e aromatici, facendone dei biscotti  profumati e sostanziosi ....

SHORTBREAD AL BURRO DI ARACHIDI























1/2 T di margarina di girasole bio opp. 1/4 T di olio di girasole
3/4 T di di burro di arachidi
1/2 T di malto di riso
3/4 T di farina integrale di farro
1 e 1/4 T di farina 0
1/4 T di amido di mais
1/2 c di vaniglia in polvere
1/2 c di bicarbonato di sodio (facoltativo)
1/4 c di sale fino
3-4 C di acqua o succo di mela
1/2 T di cioccolato extrafondente a pezzetti opp. di uvetta (non ammollata)
  1. Riscaldare il forno a 160° C e spolverare leggermente di farina una teglia rettangolare bassa (io ho utilizzato una 28x24 cm.)
  2. In una ciotola versare la margarina o l'olio, il malto e il burro di arachidi e mescolare con un cucchiaio di legno per amalgamare gli ingredienti; si possono usare anche le fruste elettriche.
  3. Aggiungere le farine, l'amido, la vaniglia, il bicarbonato, il sale e amalgamare
    inzialmente con un cucchiao, poi proseguire con le mani aggiungendo, se necessario, poca acqua o succo di mela per amalgamre il composto che deve risultare omogeneo ma simile a una frolla compatta.
  4. Per ultimo, unire il cioccolato e impastare sempre con le mani.
  5. Formare una palla con l'impasto, poi versarlo nella tglia e stenderlo con le mani fino a ottenere uno spessore di circa 5 - 6 mm.
  6. Spolverare con poca farina 0, poi incidere la superficie con una lama affilata, ritagliando così dei biscotti rettangolari.
  7. Con i rebbi di una forchetta punzecchiare i biscotti e infornare per 15-20 minuti, finché la superficie diventerà dorata; quando si sfornano devono ancora risultare morbidi al tatto.
  8. Lasciare raffreddare completamente prima di dividere i biscotti seguendo le incisioni fatte precedentemente alla cottura.
  9. Si conservano per 10 giorni in vasi di vetro chiusi ermeticamente o scatole di latta con coperchio.

lunedì 10 marzo 2014

PER UNA QUESTIONE DI ... PENTOLE ...

Spesso nella vita le cose partono, si fermano o cambiano per una questione di .... anche in cucina capita che una ricetta diventi famosa per una questione di, come nel caso della Bundt Cake, tipico dolce nato in origine nel nord Europa come Gugelhups, un panfrutto alto e sagomato a cattedrale cotto in uno stampo apposito a forma di ciambella e trasportato nella moda pasticcera statunitense degli anni 50-60; uno stampo diventato così ricercato da decidere di inserire lo stampo Bundt nella produzione di un'importante azienda di pentole .... 
Ma, inizialmente, non fa più un così grande successo al punto di arrivare quasi alla decisione di eliminarlo dai prodotti ..... finché un dolce cotto in questo stampo vince ad un concorso annuale importante di pasticceria nel 1966 .... da quel momento in poi diventò una "padella" famosa che rimane, ancor oggi, sulla cresta dei forni :D
Tempo fa lo avevo trovato al Lidl con un prezzo più che accattivante .... poteva il Bundt Molde mancare nella mia collezione di caccavelle? No, proprio no .....

La torta che racconto oggi è un triplo cioccolato ..... dolce per golosauri affermati e scostumati, la cui coscienza è da tempo addestrata a tacere su comando :D .... la consistenza compatta e importante viene data anche dall'aggiunta di barbabietole cotte .... dolce classico e modo goloso per mangiare verdura 

BUNDT CAKE AL TRIPLO CIOCCOLATO

Per la torta
3 T di farina semintegrale
3/4 T di cacao amaro in polvere
2 T di malto di riso
1,5 T di purea di barbabietole rosse
2 c di lievito naturale per dolci
2 c di bicarbonato di sodio
1 c di sale fino
3/4 T di succo di frutta (io ho usato del lampone ma va bene anche la mela)
1/3 T di olio di girasole
1/2 c di vaniglia in polvere
1/2 T di latte di soia
1 T di cioccolato fondente min. al 70% a pezzettoni

Per la copertura
130 gr. di latte di cocco
120 gr. di cioccolato fondente min. al 70%
1 c raso di cannella in polvere
un pizz. di sale fino
  1. Riscaldare il forno a 175° C, ungere e infarinare leggermente uno stampo Bundt (o uno comune a ciambella) e metterlo da parte.
  2. Versare in una ciotola la farina, setacciare il sale, il cacao, il lievito e il bicarbonato e miscelare con un cucchiaio di legno.
  3. Aggiungere l'olio, il malto, la vaniglia, il succo di frutta e il purè di barbabietole, mescolando ogni volta accuratamente.
  4. Per ultimo versare il latte di soia poco alla volta, fino a ottenre un composto morbido ma non troppo fluido.
  5. Aggiungere il cioccolato a pezzetti, mescolare poi versare nello stampo preparato; batterlo delicatamente sul piano di appoggio per distribuire l'impasto in modo uniforme ed eliminare eventuali bolle di aria.
  6. Infornare per 40 minuti, poi abbassare a 170° e proseguire per altri 20 minuti circa la cottura.
  7. Controllare dopo 25 minuti che la superficie non diventi troppo scura e, comunque, controllarne la cottura prima di infornare nuovamente.
  8. Se dovesse scurirsi troppo prima di raggiungere la cottura finale, coprire il dolce con alluminio.
  9. Quando la torta sarà pronta, levare il dolce dal forno e lasciarlo intiepidire per 25 minuti nello stampo, poi sformarlo e raffreddarlo completamente su una griglia da pasticceria.
  10. Nel frattempo preparare la glassatura sciogliendo a bagnomaria 3/4 del cioccolato assieme agli altri ingredienti. 
  11. Una volta ottenuto un composto fluido, levare dal fuoco e aggiungere il rimanente cioccolato tagliato a pezzetti, mescolando con una spatola; quest'ultima operazione è una forma di temperaggio, per conferire alla glassa lucidità (passaggio saltato da me stavolta per mancanza di tempo :) )
  12. Sistemare sotto la griglia un piatto che superi il diametro della torta, poi distribuire la glassa sulla superificie lasciandola cadere dall'alto.
  13. Raccogliere il cioccolato in eccesso caduto dalla glassatura e distribuirlo nuovamente sul dolce, fino a terminarlo.
  14. Lasciare riposare per un'ora prima di servire.
  15. Volendo si può decorare la superficie con scagliette di cioccolato o granella di mandorle e nocciole tostate.

lunedì 17 febbraio 2014

SAI COSA VOGLIO MANGIARE A COLAZIONE? ....

"Sai cosa voglio mangiare a colazione? [...] Voglio mangiare un bel piattone di frittelle di mirtillo con tanto sciroppo di acero sopra .... "
(Fabienne ... tratto dal film Pulp Fiction)

I mirtilli sono piccoli frutti che contengono preziose riserve di antiossidanti, sostanze antinfiammatorie, vitamina C e pectina, ottima fibra alimentare solubile.
Si dice che il consumo di mirtilli costante migliori le prestazioni visive notturne ... sicuramente, contenendo una buona percentuale di antocianosidi, sono utili nel trattamento di danni retinici e di fragilità capillari dell'occhio.
Sono leggermente diuretici, ecco perchè vengono consigliati in caso di cellulite e ritenzione idrica, ma anche delicatamente vasocostrittori così da essere utilizzati in caso di emorroidi e vene varicose .... insomma: piccoli ma tosti .....

Erano un po' di giorni che avevo voglia di mangiare dei pancakes ai mirtilli ma, per noi, sono stati un dopocena da leccarsi i baffi .... anche in cucina danno il massimo in tema di versatilità: dolci, succosi ma con una punta di acidità che va a equilibrare pietanze salate e creando abbinamenti fantasiosi e azzardati dal colore purpureo.
Nella ricetta utilizzo della farina integrale di avena .... la sua crusca è molto interessante, regolarizza il transito intestinale favorendo la motilità e diminuisce la velocità di assimilazione di zuccheri, colesterolo e calorie .... come sempre, mi piace ottimizzare tempo, gusto e proprietà di quello che cucino .... provateli anche belli caldi, accompagnati da una pallina di gelato di riso alla vaniglia: very good !!!!
PANCAKES INTEGRALI ALL'AVENA & MIRTILLI

100 gr. di farina semintegrale
50 gr. di farina integrale di avena
50 gr. di fiocchi di avena
1 C di farina di semi di lino
9 gr. di lievito naturale in polvere per dolci
250 ml. di latte di soia/riso
4 C di malto di riso
1 C di olio di girasole
un pizz. di sale
un pizz. di vaniglia in polvere
200 gr. di mirtilli freschi
  1.  Versare in una ciotola, meglio una brocca che faciliterà la distribuzione dell'impasto nella padella, le farine, i fiocchi, il lievito, il sale, la vaniglia e stemperarle con il latte vegetale, creando una pastella di media consistenza.
  2. Lasciare riposare 15 minuti a temperatura ambiente.
  3. Nel frattempo ungere leggermente una padella bassa per crépes e scaldarla bene.
  4. Distribuire la pastella sulla padella, dosandone la quantità secondo la grandezza dei pancakes che si vuole ottenere, cospargere la superficie delle frittelle con i mirtilli lavati e cuocere 2-3 minuti.
  5. Con una paletta girare i pancakes e lasciare dorare per un minuto anche il secondo lato, finché diventerà dorato.
  6. Togliere dalla padella e mettere in un piatto, avendo cura di tenereli al caldo mentre si cuociono gli altri.
  7. proseguire fino a terminare la pastella.
  8. Saltare velocemente i mirtilli rimasti in un tegame, aggiungendo poco malto e unpizzico di sale, finché si ammorbidiranno e si sarà creato un po' di sughetto.
  9. Servire i pancakes caldi o tiepidi, impilati uno sopra l'altro e versando sull'ultimo la salsa di mirtilli, lasciandola colare e accompagnandoli con sciroppo d'acero a piacere.