Definiti
“fiori d’inverno”, i radicchi arrivano nella zona del Veneto dal lontano Oriente e dal sud della Siberia.
Si
tratta di vegetali, dapprima consumati in forma selvatica per poi essere
coltivati con particolari metodi di lavorazione come la stagionatura e l’imbianchimento;
la lunga e dettagliata lavorazione di alcuni tipi, ne determina i costi più
elevati rispetto la tradizionale insalata verde.
Arrivano
così sulla nostra tavola, colorati, croccanti e con il loro gusto leggermente
amarognolo che, a molti, non piace.
I
radicchi rossi, specie nella qualità tardiva, essendo prodotti tipici della
stagione fredda, sviluppano un sapore meno amaro se consumati durante l’inverno,
e non dovrebbero essere raccolti prima che abbiano subìto almeno due
brinate (come nel caso della verza).
Se
coltivati in ambienti o stagioni troppo caldi, il gusto amaro dato dalla concentrazione
delle antocianine, diventa eccessivo.
Come
tutte le varietà di cicoria, anche i radicchi presentano le lunghe e
caratteristiche radici bianche che, in tempi passati dove non si sprecava
nulla, venivano ripulite dalla pare esterna, lavate e cucinate lessate oppure
affettate sottilmente in versione cruda, cosa che io faccio regolarmente,
utilizzando anche il pezzetto che resta alla base, con cui vengono vendute.
Probabilmente,
in epoche passate, le foglie erano riservate alla classe dei “ricchi”, mentre le
radici venivano consumate dalla comunità più povera.
Nella divertente
definizione popolare con cui si rimarcano le caratteristiche principali degli
abitanti di varie città, i trevisani venivano dapprima definiti “Pan e tripe”
(pane e trippe, cibo diffuso per la diffusa povertà nella zona) ma poi
soprannominati “radicioni”.
Le
caratteristiche nutrizionali dei radicchi rossi sono molte:
l'elevato
contenuto di acqua
la
bassissima presenza di grassi, zuccheri e proteine
la
percentuale di vitamina A (retinolo)
la
presenza di potassio, utile per il bilanciamento dell’effetto del sodio e, di
conseguenza, della pressione
Le proprietà
depurative (specialmente la fatidica radice bianca), digestive e migliorative delle
funzioni epatiche (tipiche delle verdure
dal gusto amaro), diuretiche e lassative (per l’alta presenza di fibre)
Per quanto
riguarda i metodi di cottura, i radicchi rossi sono davvero versatili.
Ottimi
crudi e affettati sottilmente per colorare e arricchire un’insalata, stufati in
padella con l’aggiunta di altri ingredienti come capperi e origano, grigliati o
passati al forno e conditi con aceto balsamico o sfumati con succo di arancia,
se mescolati con verdure dolci come cipolle o porri, sprigionano un gusto più
morbido; sono ottimi persino se utilizzati in preparazioni di pasticceria !!!
Per
eliminare l’eccessivo sapore amaro:
- Si incidono i cespi interi alla base con un taglio a croce e si lasciano immersi in acqua fredda per un paio di ore.
- La sera prima di cucinarli (per esempio in un risotto), si portano a bollore 2 pentole di acqua senza sale, si incide sempre la base dei radicchi con un taglio a croce, si sbollentano per 30 secondi nella prima pentola e si passano con una schiumarola, a sbollentare per 2 minuti circa, nella seconda pentola; poi si lasciano in un colino tutta notte, per eliminare il loro liquido rosso (così facendo, però, si perdono parte dei pigmenti).
- Se cucinati in una versione agrodolce, l’aggiunta in cottura di poco sciroppo d’acero e aceto di mele, ne correggerà l’eccesso di amaro.
La ricetta di oggi è dal gusto pieno e tipicamente invernale.
DITALONI INTEGRALI
CON RAGU' DI RADICCHIO ROSSO
80 g di mandorle pelate e tritate finemente
un bel ciuffo di prezzemolo fresco, tritato grossolanamente
1 cipolla media, tritata
1 spicchio di aglio, tritato
3 Cucchiai di olio extravergine di oliva
1 Cucchiaio di sciroppo d'acero
1 Cucchiaio di sciroppo d'acero
2 radicchi lunghi di Treviso, affettati finemente
6 pomodori secchi, rinvenuti in acqua calda e tritati finemente
500 g di passata grossolana di pomodoro
sale e pepe macinato q.b.
320 g di ditaloni integrali (o altra pasta grossa)*
* nella versione senza glutine ottima la pasta di Teff.
* nella versione senza glutine ottima la pasta di Teff.
- Portare a bollore abbondante acqua.
- Nel frattempo scaldare in un tegame l'olio, aggiungere la cipolla, l'aglio e i pomodori secchi tritati, un pizzico di sale e cuocere per 5 minuti, mescolando di tanto in tanto, fino ad appassire e rosolare delicatamente il soffritto.
- Aggiungere il radicchio tagliato, un pizzico di sale e lasciare cuocere a fuoco medio-basso e coperto, per 5 minuti circa.
- Unire la passata di pomodoro, regolare di sale e di pepe e cuocere per 10 minuti circa a fuoco medio, finché il sugo si sarà leggermente ristretto.
- intanto salare l'acqua bollente e cuocervi la pasta secondo i tempi segnalati sulla confezione.
- Al termine della cottura, scolare trattenendo una tazzina di acqua di cottura, versare la pasta nel condimento, aggiungere le mandorle tritate e il prezzemolo e mescolare per amalgamare gli ingredienti.
- Servire calda.
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