Non vi è nulla di più fugace che il cibo ... ma nella memoria il suo ricordo rimarrà immortale ...


martedì 18 aprile 2017

INTRECCI DI TRADIZIONI .... LA CHALLAH EBRAICA DEL SABATO PER UNA DOMENICA DI PASQUA

Parla ai figli d’Israele. Dirai loro: Quando voi sarete entrati nel paese, dove io sto conducendovi e mangerete del pane del paese, ne sottrarrete un’offerta al Signore”. (Num. 15, 18-19).

E’ questa l’origine della challah, il pane bianco che accompagna lo shabbat e le feste ebraiche.

Originariamente, e fin quando fu possibile, da questo pane era prelevata la decima che veniva offerta al sacerdote. Oggi che non c’è più il Tempio, si preleva comunque un pezzetto dell’impasto che viene messo da parte, bruciato in forno e non consumato.
La challah, pane bianco e soffice di gusto leggermente dolce, è una delle componenti essenziali del pasto di sabato. E’ a forma di treccia, e sulla tavola ne sono presenti due, a misura della doppia porzione di manna che Dio elargiva agli israeliti nel deserto alla vigilia del sabato e delle feste. La preparazione di questo pane e il prelevamento dell’offerta dall’impasto, sono esclusiva incombenza femminile.



Fonte: Elena Loewenthal "Gli ebrei questi sconosciuti"


E' un lievitato simile a un panbrioche ma dalla consistenza più compatta che lo rende ottimo sia per accompagnare pietanze salate che per occasioni "dolci" ....
La sua dolcezza si può regolare a piacere diminuendo la dose del dolcificante scelto e aumentando quella del sale, fatto sta che con la Challah in mezzo al tavolo .... non si faranno prigionieri !!!!



CHALLAH EBRAICA A TRE CAPI
חלה

200 g di farina 0
150 g di farina integrale
150 g di farina Manitoba
15 g di lievito di birra
2 uova (per la versione vegetariana)
opp. 2 Cucchiai di farina di semi di lino (per la versione vegana)
2 Cucchiai di olio evo
30 g di zucchero, miele o malto/sciroppo di riso
1 cucchiaino di sale fino
150 g di acqua
Semi di papavero q.b.

2 Cucchiai di latte di soia 

  1. In una ciotola mescolare le farine con il lievito, le uova sbattute leggermente (o la farina di lino), il sale, lo zucchero e l’olio poi unire l’acqua poco alla volta mescolando, fino a formare la maglia glutinica.
  2. A questo punto versare su un piano di lavoro e proseguire impastando con le mani fino a ottenere un composto liscio, elastico e omogeneo.
  3. Formare una palla e ungerla, sistemandola in una ciotola grande; incidere la superficie con un taglio a croce profondo circa 1 cm, coprire con pellicola trasparente e lasciare lievitare per 3 ore.
  4. Con le nocche delle dita schiacciare l’impasto sgonfiandolo e lasciare ancora lievitare per 50 minuti.
  5. Versare l’impasto su un piano di lavoro, formare un cilindro e ricavarne tre pezzi di egual misura.
  6. Stendere con le mani ogni porzione, ricavandone tre cilindri della lunghezza di circa 40 cm., poi intrecciarli fra loro ottenendo un grande e regolare treccione.
  7. Sistemare la treccia su una teglia bassa, foderata con carta forno, coprire con pellicola trasparente appoggiata delicatamente all’impasto, senza sigillare e lasciare lievitare per 45 minuti.
  8. Scaldare il forno a 200° con funzione statica.
  9. Spennellare la superficie del pane con latte vaccino o di soia, spolverare uniformemente coi semi di papavero e infornare per 10 minuti.
  10. Abbassare il forno a 180° e proseguire la cottura per 20/25 minuti circa fino a quando la superficie risulterà croccante e dorata.
  11. Lasciare intiepidire il pane capovolto su una griglia.
N.B. 
  • Il nome Challah si riferisce alla preparazione di una treccia; nel caso in cui se ne presentassero due, il nome al plurale diventerà Challot.
  • In questo lievitato viene utilizzato olio e non burro poiché è servito nella cena di Shabbat, pasto durante il quale è sempre presente della carne; proprio per questo motivo, secondo le usanze culinarie ebraiche, non vengono mescolati derivati del latte con carne nello stesso pasto.

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