Non vi è nulla di più fugace che il cibo ... ma nella memoria il suo ricordo rimarrà immortale ...


mercoledì 26 ottobre 2011

MA CHE CAVOLO !!!!!

In un negozio fornitissimo di verdura e frutta che incrociamo sempre mentre saliamo in montagna, mi sono imbattuta per la prima volta in una varietà di cavolfiori davvero accattivante: erano bellissimi nella cassa ... bianchi, verdi, l'affascinante romanesco e .... un cavolfiore arancione!!! Così li ho acquistati subito e ho fatto un po' di ricerche :))
Si tratta di prodotti il cui colore è dato dall'incrocio naturale con alcuni tipi di Brassica, una pianta erbacea a grandi foglie sempre imparentata con le Brassicacee che sono la famiglia, per l'appunto, dei cavoli ... che dire.... un matrimonio tra lontani cugini?
Ma l'uomo non ha inventato nulla, perché questa scoperta venne fatta la prima volta circa 30 anni fa in Canada, dove trovarono un cavolfiore arancione in un campo di bei cavolfiori bianchi :)))
Da qui gli studi per "combinare" queste unioni che danno vita a colorati bouquet di straordinarie verdure. Il colore li rende sicuramente più adatti per essere presentati ai bambini, ma anche i piatti degli adulti ne guadagnano e non solo i piatti.
Il pigmento arancione è dato da una maggiore presenza di beta-carotene, precursore della vitamina A, caratteristica che arricchisce ulteriormente questi frutti indispensabili per il benessere del nostro organismo.
E' ormai riconosciuta ampliamente nel campo della medicina la capacità di cavoli e affini di "ostacolare" l'attività cancerogena relativa a vescica, prostata, colon e retto, grazie ai "glicosinolati", ma sono apprezzati anche per le loro proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, depurative e rimineralizzanti e per la buona scorta di zolfo (che li rende indimenticabili nel loro "profumo" :)), di vitamina C (che però si disperde un po' con la cottura prolungata), calcio, ferro, fosforo; povero di colesterolo e saziante, si fregia così anche del titolo di ottimo alleato nelle diete ipocaloriche .... unica attenzione: da consumarsi non in grande quantità in caso di ipotiroidismo (contengono sostanze che rallentano il lavoro della tiroide) e se si soffre di colon irritabile.
E il nome? Deriva dal latino "caulis" (fusto, cavolo) e "floris" (fiore)  e per i greci era considerato sacro, mentre nell'antica Roma, abbondava nei banchetti, dove lo si mangiava crudo prima degli abbuffi per assorbire meglio l'alcool del vino in eccesso :D ... che dite allora: due "floris di caulis" prima di cominciare la cena fuori casa e l'etiltest è gabbato ?? Ma quanto la sapevano lunga questi antichi romani ;)

Crudo e affettato sottilmente con una mandolina, arricchisce le insalate e i pinzimoni, scottato in acqua leggermente salata per 5 minuti o finché sia tenero ma restando al dente, si presta successivamente ad essere consumato accompagnandolo con salse a piacere, oppure ripassandolo in padella con poco olio extravergine di oliva e aglio o gratinato al forno o...o...o....come nelle centinaia di ricette della nostra tradizione italiana.
Stavolta l'ho utilizzato in parte per fare una deliziosa e delicata pasta autunnale:

 PASTA INTEGRALE CON CAVOLFIORI IN SALSA DI RISO E CIPOLLOTTI

300 gr. di pasta corta integrale bio
1/2 cavolfiore arancione e 1/2 violetto (oppure quello che trovate)
3 cipollotti freschi col verde affettati sottilmente
500 ml. di latte di cereale o di soia
3 C scarsi di farina di riso
noce moscata, sale e pepe a piacere
3 C di olio extravergine di oliva

  1. Lavare i cavolfiori e tagliarli a cimette (compreso il fusto centrale, tagliandolo a pezzetti)
  2. Nel frattempo portare a bollore abbondante acqua leggermente salata, poi versare la verdura e cuocerl da 5 a 10 minuti secondo la grandezza, l'importante è che siano teneri ma al dente. Scolare, metterli da parte conservando l'acqua di cottura.
  3. Cuocervi la pasta, regolando l'acqua di sale.
  4. Intanto versare in un tegame la farina di riso e stemperarla con il latte di cereali.
  5. Condire con un pizzico di sale, poi portare a bollore e cuocere, sempre mescolando con una frusta per 10 minuti. Al termine della cottura, la salsa dovrà essere velutata ma fluida; regolare la consistenza lasciando sul fuoco ancora qualche minuto se è troppo fluida, o allungando con altro latte di cereali se risultasse troppo densa.
  6. Levare dal fuoco e condire con noce moscata, pepe e sale a piacere; aggiungere i cipollotti e mescolare ocn un cucchiaio di legno.
  7. Quando la pasta sarà cotta al dente, versare nuovamente il cavolfiore nell'acqua e poi scolare e condire con la salsa di riso.
  8. Servire, volendo, con una spolverata di gomasio.

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